Era il Palermo. Eppure non sembrava il Palermo. Non la squadra abulica e piena di problemi delle ultime esibizioni in campionato. Erano il Palermo e la Sampdoria, su questo non c’è dubbio. Eppure ci saranno tifosi convinti di avere sognato e timorosi del risveglio.
Palermo-Sampdoria è stata la partita di una rinascita lungamente attesa, una metamorfosi che si è vista nel gioco di cui il risultato è la logica conseguenza. Michele Mignani sta riuscendo, in tempo utile, a proporre una formazione competitiva. Sono gli stessi, ma appaiono diversi. Misteri del calcio.
O forse no. Forse è l’astrusa normalità dei playoff che propone un ‘ricominciamo’ (ne avevamo parlato qui), scaturito dall’azzeramento delle scorie mentali. Si riparte da zero, con la possibilità di riscattare giornate grame.
La fiducia crescente, lo stupore di se stessi, il ritrovarsi a vincere, meritandolo, dopo mesi di sofferenza: ecco gli ingredienti che potrebbero trasformare la crisalide rosanero in farfalla. Senza dimenticare l’apporto straordinario dei tifosi.
Naturalmente non appare lecito eccedere nemmeno nel senso opposto, transitando dal più rassegnato pessimismo al più sfrenato ottimismo. Ma Palermo-Sampdoria ha detto innanzitutto che c’è un altro Palermo con cui fare i conti. Sognare, senza avere paura del risveglio, si può.