Palermo, "cartelle falsificate al Civico": si riapre il caso Caronia

“Cartelle falsificate al Civico”: la Cassazione riapre il caso Caronia

Il chirurgo si era opposto all'archiviazione

PALERMO – La Cassazione riapre la vicenda delle cartelle cliniche che secondo il chirurgo toracico Francesco Caronia, sarebbero state falsificate all’ospedale Civico di Palermo.

Caronia si era opposto alla iniziale richiesta di archiviazione, ma il giudice per le indagini preliminari ha archiviato ritenendo che il medico non avesse titolo per opporsi. Solo il Civico e non il chirurgo poteva essere considerato parte lesa.

La questione procedurale

Gli avvocati Elena Gallo e Gianluca Calafiore hanno fatto ricorso ai supremi giudici, i quali hanno stabilito che andava presentato un reclamo e non un ricorso. Per il principio di salvaguardia dei mezzi di impugnazione, però, la Cassazione ha rimandato la valutazione al Tribunale monocratico. Una questione procedurale che di fatto potrebbe riaprire uno dei tre filoni investigativi e processuali in corso.

Le denunce di Caronia sul Civico

Caronia aveva denunciato una sfilza di presunti falsi nei registri operatori e nelle schede di dimissioni ospedaliere. Sia i pubblici ministeri che il giudice hanno ritenuto che non ci sono state “condotte penalmente rilevanti”.

“Nel merito sono condivisibili le considerazioni del pubblico ministero, fondate anche sulle dichiarazioni di alcuni indagati in sede di interrogatorio – ha così motivato il gip -, dalle quali è emersa o l’insussistenza del fatto, per la correttezza o non evidente scorrettezza dei codici di intervento indicati, o, comunque, l’assenza del necessario elemento soggettivo”.

Nella maggior parte dei casi, secondo Caronia, i colleghi (medici strutturati e specializzandi) nelle schede di dimissioni avrebbero indicato falsamente un codice (“asportazione o demolizione di lesione della parete toracica”), rispetto a quello reale (“altra asportazione di tessuti molli”).

La vicenda del concorso

La prima denuncia di Caronia riguardava le presunte irregolarità nel concorso per primario. Tre anni fa gli venne preferito Damiano Librizzi. Un altro Gip ha stabilito che i falsi nella casistica degli interventi presentata dal vincitore sono stati commessi, ma non hanno inciso sull’esito finale del concorso. Librizzi meritava quel posto.

Di recente la Procura ha aperto un nuovo fascicolo per i presunti casi di malasanità: interventi eseguiti male che in alcuni casi avrebbero provocato la morte dei pazienti.


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