PALERMO – Da Palermo a Sciacca, attraversando le province di Palermo, Trapani e Agrigento. Sono gli 83 chilometri maledetti della strada statale 624. Lo scorrimento veloce, troppo veloce, che lascia una scia di sangue nel suo percorso. Un mese fa lo scontro che è costato la vita alla 29enne Fiorella Villanova, solo ieri l’impatto che ha visto coinvolto il giovane palermitano Claudio Sutera.
L’asfalto viscido all’altezza del viadotto Oreto diventa come una saponetta sotto i pneumatici delle automobili. E i tanti pendolari che percorrono quotidianamente la strada parlano di condizioni di sicurezza minime. Se è vero che meno di un mese fa l’Anas informava che gli standard di sicurezza erano rispettati, oggi annuncia nuovi interventi.
Dagli uffici romani dell’Azienda nazionale autonoma delle strade fanno sapere che negli ultimi due mesi sono stati svolti due interventi. Si tratta del rifacimento della segnaletica orizzontale, avvenuto nel mese di dicembre, e dell’installazione di un pannello che segna la velocità delle vetture in transito. “Avevamo avuto segnalato da parte degli utenti che molte persone superavano il limite di 90 chilometri orari – fanno sapere dall’ufficio stampa dell’Anas – , per questo abbiamo installato il pannello”. Un pannello elettronico che segnala la velocità proprio all’inizio del viadotto Oreto, all’altezza del chilometro 1,5.
L’alta velocità resta la causa più frequente degli incidenti. Il piede destro pigiato sull’acceleratore spesso porta ad avventati sorpassi, che mettono a rischio la sicurezza propria e altrui. E lungo quel braccio di asfalto maledetto i sorpassi sono impediti dalla striscia continua. Una striscia da poco rifatta che però non dissuade alcuni sconsiderati. Non solo l’alta velocità. Ed infatti l’incidente in cui ha perso la vita Claudia Sutera pare non sia stato causato dall’alta velocità.
In cantiere ora ci sono nuovi interventi da parte dell’Anas. “Sono in corso operazioni di riqualificazione del manto stradale dal chilometro zero, fino al chilometro 34,8”, dice l’azienda. Le priorità restano le stesse: la sostituzione delle barriere ed il rifacimento della pavimentazione, in particolare lungo i viadotti. Proprio il viadotto Oreto è il più pericoloso. Il più tristemente noto.