PALERMO – L’estate galoppa e settembre è già alle porte, soprattutto se si parla di riapertura delle scuole in sicurezza. Così anche nel capoluogo siciliano, come nel resto d’Italia, si lavora alle soluzioni per farsi trovare preparati alla Fase 3 in termini di spazi, capienza effettiva e comportamenti da adottare per prevenire nuovi contagi da coronavirus. Lunedì scorso il primo passo, con l’insediamento di una task force comunale ad hoc e un incontro con i dirigenti delle istituzioni scolastiche di pertinenza dell’amministrazione palermitana. La riunione ha visto la partecipazione di 72 istituti, dell’Ufficio scolastico territoriale rappresentato da Pietro Velardi, del sindaco Leoluca Orlando e degli assessori all’Edilizia scolastica, Maria Prestigiacomo, e alla Scuola, Giovanna Marano. Ed è proprio l’assessore Marano, che sta coordinando le operazioni, a spiegare i risultati del primo contatto e a fornire una tabella di marcia verso la ripresa delle attività scolastiche.
“Abbiamo deciso di chiamare questo percorso ‘La scuola riparte’, piuttosto che ‘riapre’, perché una ripartenza quasi da zero evoca la straordinarietà del momento che stiamo vivendo – commenta Marano –. È un percorso di lavoro che ci vede istituzionalmente impegnati in interventi di edilizia leggera e tutto ciò che può agevolare il rientro, soprattutto per la fascia fino alla scuola secondaria di primo grado cioè le ex scuole medie. Ricordo invece che, dagli istituti secondari di secondo grado in poi, la competenza è di Liberi consorzi e Città metropolitane. Nell’ultimo decreto ministeriale – prosegue – è previsto che a livello cittadino, nel caso di grosse aree urbane, si convochi una conferenza di servizi; a Palermo il Comune ha proposto di insediare otto tavoli, uno per ogni circoscrizione. Sicuramente però le certezze pratiche, le risposte a domande del tipo: ‘Con quali precise modalità i miei figli dovranno rientrare a scuola?’, le darà il Miur”.
“Ai dirigenti scolastici voglio dire che non sono soli, il tavolo regionale in Sicilia sta lavorando molto bene”, ha detto dal canto suo il ministro Lucia Azzolina, parlando con Live Sicilia della sfida della riapertura di settembre.
Il piano della task force
L’assessore alla Scuola fa il punto sulle attività preliminari: “In questa prima fase stiamo dedicando spazio a una ricognizione in termini di logistica e manutenzione degli edifici – spiega – innanzitutto sottoponendo ai dirigenti scolastici un questionario per individuare i lavori necessari in ogni istituto”. Ma il Comune deve fare letteralmente i conti con un budget limitato: “Parliamo di circa un milione 860 mila euro per ben 231 istituti dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di primo grado. Il questionario quindi indagherà per raccogliere tutti i dati, che poi l’Edilizia scolastica dovrà esaminare per individuare le priorità”.
“Successivamente – prosegue Marano – prenderanno parte a ogni tavolo di circoscrizione i soggetti del terzo settore che già da tempo interagiscono con le scuole, per esempio con progetti di contrasto alla povertà educativa, o le associazioni sportive che completano l’offerta formativa. Poi coinvolgeremo anche rappresentanti dei genitori eletti negli organi collegiali, le associazioni dei genitori e le organizzazioni sindacali – aggiunge – per condividere le scelte del Patto educativo di comunità previsto dal decreto del Miur e avere così una corresponsabilità di genitori e famiglie. Se si dovesse perseguire ancora per mesi la linea della prevenzione sanitaria, è giusto che siano condivise le scelte di distanziamento e gli altri accorgimenti necessari. Ecco perché è importante che le famiglie non siano vittime delle scelte, ma corresponsabili”.
Il calendario
Intanto procedono gli insediamenti di ogni tavolo: l’altro ieri alle ore 16 è avvenuto l’incontro coi dirigenti scolastici dell’Ottava Circoscrizione, e ieri il Comune ha incontrato alle 10,30 gli istituti della Settima e alle 14,30 quelli della Quinta; oggi, venerdì 9 luglio, toccherà alla Sesta Circoscrizione alle ore 11,30, mentre lunedì 13 luglio sarà la volta della Quarta alle 10,30 e poi della Terza alle 14,30.
Pausa ‘obbligata’ solo il 14 e il 15 luglio, per Santa Rosalia, poi le ultime due tappe: giovedì 16 alle 10,30 sarà il turno della Seconda Circoscrizione, e per finire alle 14,30 toccherà alla Prima. “Entro il 16 luglio quindi prevediamo di chiudere con gli insediamenti – afferma l’assessore Marano – e quindi completare questo primo giro di ricognizione”.
Le incognite
Resta comunque una domanda: si arriverà in tempo per il rientro a scuola a settembre? L’assessore risponde: “Ce la metteremo tutta. Ciascuno di noi, come dice sempre il nostro sindaco, sta vivendo una fase di ripartenza. Quasi come tante startup. In più il Comune si sta misurando con poteri speciali, col nuovo Decreto semplificazioni; l’amministrazione vuole concorrere in tutti i modi per la riapertura, ma siamo tutti in affanno. Un esempio su tutti? Ancora non abbiamo ricevuto dal ministero i criteri per la riapertura dei servizi per i più piccoli, nella fascia 0-3 anni – fa presente – soprattutto in termini di capienza delle strutture. E l’Anci (Associazione nazionale Comuni italiani, ndr) implora da settimane di fare presto. Ma non la poniamo solo sul fronte di conciliazione dei tempi o di affidamento dei bambini: è anche diritto di un bambino di due anni riprendere la sua routine quotidiana e le sue piccole certezze per crescere. In questo momento tutti gli Enti locali aspettano questo tipo di criteri definitivi, e abbiamo veramente paura che poi sia troppo tardi per arrivare a settembre”.
Alcune alternative per accorciare i tempi sono già al vaglio: “Riteniamo possano essere utili deroghe, per esempio per assumere supplenti – dice Marano – e si attende un confronto con la cabina di regia nazionale di cui l’Anci fa parte. Capiamo che il governo nazionale sta valutando attentamente decisioni così determinanti, ma abbiamo bisogno che si faccia presto. Intanto a Palermo si lavora incessantemente in un clima di confronto, molto importante perché non solo emergono i problemi, ma emerge anche la voglia di fare rete, cooperare, proporre situazioni agli altri. Probabilmente – conclude – questa situazione di emergenza potrà lasciarci un nuovo modo di lavorare, nel segno della condivisione e del concetto di comunità del territorio”.