Palermo, tutte le emergenze e le 'grane' del prossimo sindaco - Live Sicilia

Palermo, tutte le emergenze e le ‘grane’ del prossimo sindaco

La corsa entra nel vivo, ecco i dossier più caldi che attendono il successore di Leoluca Orlando
VERSO LE AMMINISTRATIVE
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PALERMO – La corsa per le candidature è entrata nel vivo. Nel centrosinistra sembra prendere quota la candidatura di Franco Miceli. Nel centrodestra la partita è aperta e i nomi in pole sono quelli di Lagalla e Varchi. Candidature civiche come quelle di Rita Barbera hanno già avviato la campagna. È arrivata così l’ora di iniziare a pensare ai temi su cui dovranno contendersi coloro che aspirano a guidare il capoluogo.

Farlo in questo momento potrebbe sembrare prematuro. Eppure i maligni – e a pensar male si fa peccato ma qualche volta si indovina – suggeriscono di guardare anche a tutte le grane che attendono il futuro sindaco. Il perchè è presto detto: la competitività dei candidati dice molto della volontà di vincere e di assumersi la responsabilità di guidare una città come Palermo in cui certamente i problemi non mancano. Da qui l’esigenza di passare in rassegna i nodi principali.

La prima delle questioni è quella finanziaria. Come si ricorderà nelle scorse settimane è stato votato il piano di riequilibrio, il piano ventennale per portare in ordine i conti di Palazzo delle Aquile. L’approvazione del piano però è solo il primo passo per il risanamento dell’Ente. Occorrerà che sia approvato dalla Corte dei conti e che vengano rispettati tutti gli impegni presi, pena la possibilità di andare comunque in dissesto. Il piano dovrà quindi essere applicato e la prima applicazione sarà quasi interamente nelle mani del prossimo primo cittadino. Il prossimo sindaco in altre parole si assumerà la responsabilità politica di alzare l’Irpef per fare quadrare ogni anno i conti, e potrebbe trovarsi di fronte al problema di alzare oltre il 36 per cento la compartecipazione dei cittadini a domanda individuale.

Dalla questione finanziaria discenderà poi almeno in parte, la qualità della vita nel capoluogo. La capacità di bilancio infatti è determinante per il miglioramento dei servizi e prima ancora per la loro stessa tenuta. Ma è determinante anche per il quadro degli eventi e delle manifestazioni che, saranno pure elementi frivoli, ma in una grande città non possono mancare.

Legata al piano di riequilibrio c’è la questione del personale. Il Comune ha una pianta organica sempre più limitata. Si è programmato l’aumento orario ma per realizzarla serviranno le risorse. E. mentre le energie non bastano per l’ordinario, ci sarà da affrontare la sfida del Pnrr, con la mole di lavoro in più che comporterà.

Tema enorme è quello della mobilità. La principale urgenza è Ponte Corleone. Le più recenti misure di sicurezza hanno reso Palermo inaccensibile da Est non solo sul collegamento autostradale ma anche dagli accessi alternativi. Pur essendo stato nominato un commissario quindi la questione è quanto mai rilevante per la viabilità in città. Ma poi c’è anche il resto. La città è disseminata di cantieri infiniti e spesso questi mettono in ginocchio le attività commerciali.

Non va meglio con il turismo. Dopo il boom registrato in città negli anni pre Covid, la pandemia è stata una mazzata. Il turismo adesso è un fattore ineliminabile della ripresa della città che negli hanno ha cambiato volto per offrirsi alla nuova domanda. Non rilanciare lo sviluppo turistico della città vorrebbe dire comportare la chiusura di saracinesche e la fine di posti di lavoro.

E poi c’è la questione dell’ambiente: della differenziata a macchia di leopardo, della più generale “munnizza” che qualche volta si impossessa degli spazi pubblici e dei problemi di personale della Rap. Ma anche di un generale status della aiuole, dei marciapiedi e delle tantissime buche per le strade della città.

C’è infine l’emergenza Rotoli: un’emergenza che sa di scandalo e al contempo di beffa se si considera quanto è emerso a più riprese: il 70 per cento delle bare devono essere inumate ma non non si procede perchè manca l’addetto alla ruspa.

E se queste sono le emergenze e le grane per il prossimo sindaco di Palermo, non si può dimenticare la questione sociale: l’esigenza di riconnettere le periferie al centro, di intervenire nelle zona dove è forte il disagio sociale, di fare sentire la presenza delle istituzioni dove c’è il rischio che queste siano viste come nemiche. Eppure tutto ciò ,di fronte alle urgenze, sempre passare in secondo piano. Rischia di restare elemento di mero appunto retorico ai programmi per una città che forse ora più che mai appare irredimibile.

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