"Palermo, una città addormentata| Al Comune serve il pre-dissesto" - Live Sicilia

“Palermo, una città addormentata| Al Comune serve il pre-dissesto”

Il capogruppo M5s Ugo Forello

Al via il ciclo di incontri di Livesicilia con i capigruppo di piazza Pretoria. Si parte col M5s.

UGO FORELLO (M5S)
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5 min di lettura

PALERMO – I conti del Comune, le nuove linee del tram, i ritardi del consiglio, il pre-dissesto, il collasso delle partecipate. Sono questi alcuni dei punti su cui si basa l’opposizione del Movimento cinque stelle a Sala delle Lapidi: una pattuglia di sei consiglieri, la più numerosa fra le minoranze, guidata dal candidato sindaco Ugo Forello e che in Aula, a ogni seduta, si dimostra battagliera. E comincia proprio dai pentastellati e dal suo capogruppo il viaggio di Livesicilia tra le formazioni politiche di piazza Pretoria.

“Palermo mi sembra una città che vive nel torpore, addormentata, quasi incapace di dare un colpo di reni per cambiare il corso degli eventi – spiega Forello – È una cosa contro cui ci scontriamo giornalmente e di cui invece il ‘sistema Orlando’ vive e si alimenta. A prescindere dalle continue battaglie che facciamo, bisogna iniziare sin da oggi a pensare a un nuovo percorso collettivo di governo della città. Quello che era un sistema verticistico, deve essere sostituito da una responsabilizzazione di tutti”.

Eppure il M5s a Palermo non è riuscito a sfondare: mentre a Roma e Torino i grillini hanno conquistato il governo della città, nel capoluogo siciliano il risultato, per quanto notevole, non è bastato a spodestare Orlando. “Ci sono due elementi importanti da considerare – spiega Forello – Il primo è che Roma o Torino hanno raccolto i frutti di cinque anni di opposizione in consiglio, la Raggi e la Appendino erano figure che la gente aveva imparato a conoscere e ad apprezzare. A Palermo questa cosa ci è mancata. Oggi i cittadini ci dicono che, se ci avessero conosciuto prima, ci avrebbero votato. Il secondo elemento è che noi avevamo una sola lista, mentre la moltiplicazione di candidati e liste degli altri ha inciso notevolmente”.

Tornando all’attualità, il dibattito di queste settimane è stato (al netto dell’hotspot) monopolizzato dalla situazione finanziaria del Comune e quindi anche dalle nuove linee di tram. “I conti sono in profondo rosso, stanno venendoi nodi al pettine e la Corte dei Conti ha sostanzialmente denunciato una cattiva gestione quantomeno con riferimento ai rendiconti del 2015 e del 2016, sostenendo addirittura una possibile alterazione dei risultati di amministrazione. A parte questo, trovo assolutamente inconcepibile il fatto che in quasi 6 anni non sia stato fatto nulla per migliorare la situazione e mi riferisco ai rapporti di credito-debito con le partecipate. Rap e Amat rischiano il collasso perché vantano crediti che il Comune disconosce”. Una situazione che Forello definisce disastrosa, arrivando a proporre il pre-dissesto: “L’unico modo per salvare l’ente è un piano di riequilibrio economico finanziario e quindi una fase di pre-dissesto, che eviterebbe il default con un finanziamento statale da ripagare in 10 anni”.

Conti aggravati dai costi del tram, le cui linee presto potrebbero raddoppiare o triplicare grazie al progetto scelto dal Comune. Un’idea verso cui i grillini da tempo manifestano dubbi e perplessità. “Noi non abbiamo niente contro il tram – spiega il capogruppo M5s – il problema è che in questa città l’approssimazione è elevata a sistema. Quello che abbiamo letto al termine del concorso di idee è un libro dei sogni totalmente disancorato dalla realtà: il tram, così come le piste ciclabili o i parcheggi, andrebbe inserito all’interno di un piano complessivo. Non abbiamo ancora il Pums, il Piano urbano della mobilità sostenibile che dal 2019 sarà obbligatorio, pena la perdita di finanziamenti, e che non riusciamo a redigere perché non c’è il tempo di avvalersi di professionalità esterne o nessun interno si è messo a disposizione. Ma abbiamo anche un Pgtu che è obsoleto, visto che non prevede neanche le prime tre linee del tram. Quella che manca è una visione di insieme, una progettualità che ancori interventi specifici che altrimenti rischiano di non essere realizzati o di rivelarsi addirittura dannosi. Chiudere al traffico la carreggiata centrale di via Libertà è fattibile, ma serve un piano complessivo che indichi i percorsi alternativi”.

I problemi però sono soprattutto economici: “Per legge, quando si realizzano progetti con mutui o finanziamenti, un Comune deve dimostrare di poter sostenere economicamente l’opera ma questo col tram non è stato fatto. L’amministrazione ha l’obbligo di dirci come intende sostenere economicamente il tram, ad oggi abbiamo già un buco di oltre 11 milioni di euro dopo due anni e mezzo. Cosa succederà in futuro? L’Amat è a rischio fallimento e lo dicono i conti”.

“Il tram o le giunte nei quartieri periferici però rischiano di essere iniziative mordi e fuggi, di grande impatto mediatico ma sintomo dell’incapacità di guardare la realtà – continua Forello – a Sferracavallo si promettono le stesse cose della precedente campagna elettorale o di quella prima ancora. Orlando ci propone una visione che non c’è, ci parla di una rinascita che non si vede, specie in periferia. I lavori al porticciolo della Bandita sono fermi, dovevano essere realizzati nel 2017 ma dopo nove mesi ancora non è stato firmato il contratto. Stessa lentezza in via Palinuro, per non parlare del passante o dell’anello ferroviario”.

Ma i problemi riguardano anche il consiglio: “L’amministrazione è priva di una reale progettazione, ma c’è anche un consiglio in gran parte incapace di svolgere le funzioni che gli spetterebbero, ossia di controllo sui conti e deliberativa. Da minoranza seppur qualificata, spesso, ci sentiamo come se avessimo davanti un muro di gomma. Si è parlato di delibere come quelle sui mercati, la pubblicità, i dehors, il Prg ma alla fine Sala delle Lapidi si dimostra lenta, incapace di dare risposte”.

E le divisioni interne ai pentastellati, come quelle sull’hotspot? “Il nostro è un gruppo in cui si discute molto, in modo democratico e c’è un dialogo trasparente. Ci possono essere posizioni divergenti, ma questo ci arricchisce”.


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