Suicidio o omicidio? La morte di Angelo Onorato è ancora un giallo

La morte di Angelo Onorato, il giallo della lettera e i video delle telecamere

L'eurodeputata Donato: "Angelo non si è ammazzato"

PALERMOUna lettera e due telecamere. Passa da questi elementi la possibile soluzione del giallo della morte dell’imprenditore, Angelo Onorato. Suicidio o omicidio? “Lo hanno ammazzato”, dice la moglie, l’europarlamentare Francesca Donato.

“Mio padre non si è suicidato”, aggiunge la figlia di Onorato, architetto e titolare di “Casa” negozio di arredamento e materiali per l’edilizia in viale Strasburgo.

Vanno messi a posto i tasselli. Al lavoro ci sono i poliziotti della squadra mobile, diretti da Marco Basile, e quelli della scientifica. I primi stanno sentendo parenti e amici, e acquisiscono le immagini di due telecamere che potrebbero avere ripreso il lugo dove è stato trovato il corpo. I secondi studiano dopo i rilievi eseguiti all’interno della macchina.

Si parte dalla macabra scoperta, fatta dalla moglie e dalla figlia intorno alle 14.30. Onorato è seduto sul lato guida del suo Suv, un Range Rover. Ha una fascetta di plastica, di quelle che si usano per raccogliere i fili elettrici, stretta attorno al collo. È morto soffocato.

Da alcune ore il cellulare di Onorato squilla a vuoto. La moglie e la figlia provano invano a contattarlo dalle undici. È uscito per andare ad un appuntamento a Capaci, paesino della provincia palermitana. Non c’è mai arrivato.

Madre e figlia si preoccupano, anche perché Onorato deve andare ad un incontro elettorale fuori Palermo con la moglie. Sono loro a localizzare il veicolo attraverso l’App ‘Trova iPhone’. Il Suv è parcheggiato in via Ugo La Malfa, la bretella che costeggia l’autostrada in direzione Trapani. Un’arteria molto trafficata e piena di negozi e grandi magazzini.

“Angelo è morto, me l’hanno ucciso”, confida l’europarlamentare ad alcuni amici che le chiedono cosa sua accaduto al marito.

Onorato ha la cintura di sicurezza allacciata. Sulla camicia ci sono delle macchie di sangue. Lo sportello posteriore è socchiuso. Un particolare che potrebbe fare ipotizzare che ci fosse qualcuno con lui. La macchina è in ordine, però, non ci sono segni di colluttazione.

Se qualcuno avesse voluto strangolarlo avrebbe usato probabilmente una corda e non una fascetta di quelle autobloccanti.

C’è bisogno di un po’ di precisione per utilizzarla. Circostanza che sarebbe incompatibile con un’aggressione ed un’inevitabile reazione della vittima nel tentativo di liberarsi dalla morsa.

Gli investigatori stanno cercano tracce di impronte digitali nell’auto. Le indagini sono coordinate dal procuratore Maurizio De Lucia e dall’aggiunto Ennio Petrigni che hanno disposto l’autopsia sul corpo dell’imprenditore.

È già stata raccolta una prima testimonianza della moglie Francesca Donato e della figlia Carolina che in serata sono state convocate negli uffici della Mobile per ulteriori chiarimenti. “Angelo non si è ammazzato”, ha continuato a ripetere Francesca Donato in serata, ribadendo quanto aveva detto a caldo sul luogo del macabro ritrovamento.

Gli investigatori della Mobile hanno ascoltato anche un avvocato che sarebbe a conoscenza della situazione economica dell’imprenditore. È stato lui a presentarsi alla polizia. Si parla di una lettera che qualche tempo fa Onorato gli disse di farla avere alla moglie qualora fosse accaduto qualcosa.

Al legale avrebbe confidato la sua difficoltà a riscuotere dei crediti e dei conseguenti debiti. Ipotesi tutte da verificare.

Chi indaga non si sbilancia né per l’ipotesi suicidio, che al momento però è quella privilegiata, né per l’omicidio. Al gesto estremo di togliersi la vita non vogliono pensare gli amici più stretti della vittima che sono accorsi sul luogo della tragedia e hanno raccontato di averlo visto sereno fino al giorno prima.

“Io non credo che il signor Onorato si sia tolto la vita”, dice Giacomo Grilletto, il suo factotum: “Ci siamo visti questa mattina a casa sua, intorno alle 11, abbiamo parlato delle cose da fare. Nulla di strano”.

Non crede al suicidio neanche l’assessore regionale alla Famiglia Nuccia Albano, amica dell’imprenditore e collega di partito della moglie: “Sono stata medico legale per quarant’anni. Questo non mi sembra davvero un suicidio”.

Si indaga ancora e si scava nella vita dell’imprenditore per trovare conferma dei debiti che ultimamente lo preoccupavano e che potrebbero averlo spinto a stringersi una fascetta di plastica attorno al collo e a stringerla fino a soffocarsi.

Proprio oggi l’imprenditore avrebbe dovuto accompagnare la moglie per la campagna elettorale ad alcuni incontri a Tusa e a Capo d’Orlando, in vista delle elezioni europee di giugno.

Francesca Donato, prima alla Lega, ora fa parte della nuova Democrazia Cristiana dell’ex governatore Totò Cuffaro che ha espresso il cordoglio suo e del partito.


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