PALERMO – Rosario Zarcone, palermitano, 55 anni, si è incatenato stamattina alla ringhiera che circonda la fontana di Piazza Pretoria, di fronte a Palazzo delle Aquile. La sua casa è stata demolita e su di lui grava anche il peso di un’ingiunzione di oltre 50 mila euro. L’uomo chiede adesso di essere ricevuto dal sindaco Leoluca Orlando o dal vicesindaco Sergio Marino.
“Nel 2016 – racconta Zarcone – io e la mia famiglia siamo stati buttati fuori da una casa a Ciaculli che avevo costruito io con i miei colleghi carpentieri. L’abitazione è stata definita abusiva dalle autorità competenti. Con mia moglie e i miei figli (di cui una con gravi problemi di salute) ci siamo trasferiti e siamo andati in affitto. Poi, il 25 ottobre 2016, la nostra vecchia casa, costruita a suon di sacrifici, è stata completamente rasa al suolo“.
Nel 2017 a Rosario arriva una lettera con cui il Comune di Palermo gli chiede di risarcire le spese della demolizione, che ammontano a circa 26 mila euro. In più, giusto ieri, Zarcone si è visto recapitare un’ingiunzione da 56.700 euro. La somma comprende le spese di demolizione e un’indennità di occupazione, relativa al triennio 2013-2016, periodo in cui la famiglia ha vissuto nella costruzione abusiva, poi rasa al suolo. “Non capisco cosa mi stiano chiedendo – ha continuato l’uomo in catene – devo pagare l’affitto per aver vissuto in una casa mia? Mi auguro che Orlando oggi mi dia delle risposte, altrimenti mi fingerò un richiedente asilo e vedremo se daranno una mano a me e alla mia famiglia”.
Poche ore dopo, Zarcone ha avuto un malore, probabilmente un calo di pressione, ed è stato trasportato in ospedale. Dal Comune, però, fanno sapere che lo contatteranno al più presto per un incontro.