Palermo, violenza e paura: "Puntare alla prevenzione con i genitori"

Palermo violenta: “Tante belle parole, ma i ragazzi hanno paura”

Fratel Mauro è impegnato da anni nel percorso di rinascita dei Danisinni

PALERMO – “Troppa teoria, pochi fatti. La cirminalità giovanile è il sintomo di un malessere, di un allarme sociale che richiede seriamente attenzione da almeno dieci anni”. Fratel Mauro Billetta, parroco della chiesa di Sant’Agnese ai Danisinni, commenta gli ultimi episodi di violenza che hanno sconvolto Palermo, e sottolinea: “Senza un lavoro sistemico non si va da nessuna parte”.

“Non abbandonare i territori”

“Ogni evento del genere – dice -, provoca clamore e dibattiti, ma poi cosa accade? Quali sono i provvedimenti? Si assiste al silenzio più assoluto, fino a un nuovo caso. Se i territori si abbandonano, il risultato non può che essere questo”. Lo sa bene Fratel Mauro, da anni impegnato nelle attività che puntano al riscatto sociale e culturale dello storico quartiere palermitano.

“Scuole, enti, istituzioni, devono camminare insieme verso un unico obiettivo, devono dialogare con il territorio ed essere suoi alleati. Qui gran parte del lavoro lo facciamo grazie al nostro centro educativo, – spiega – ora c’è anche la palestra di boxe, in cui i giovani imparano a seguire delle regole e si approcciano all’educazione emozionale”.

La cooperativa per giovani pregiudicati

Molti giovani pregiudicati hanno inoltre trovato un’occupazione grazie alla cooperativa sociale: “Si sono inseriti nuovamene in un mondo fatto di responsabilità e di doveri, si sono riscattati – sottolinea -, ma non è semplice andare avanti senza agevolazioni e sostegni economici. Eppure, dare lavoro e di conseguenza un obiettivo ai nostri ragazzi, è fondamentale per allontanarli da contesti pericolosi”.

“La violenza si combatte anche in questo modo, ma chi promuove i centri educativi? Chi ci dà una mano? Ascoltiamo tante belle parole, ma poi luoghi come il nostro rischiano di soffrire o addirittura di chiudere, lasciando i giovani in balìa della strada”, aggiunge.

La paura dopo i fatti di Monreale

Ed è proprio la strada a fare da teatro all’esplosione di violenza che si registra negli ultimi mesi. “Io sono monrealese – continua Fratel Mauro – e lì abitano i miei familiari. Dopo la tragedia avvenuta, i ragazzi evitano di uscire, si riuniscono in casa. Non è giusto che abbiano paura, ma la realtà è purtroppo questa“.

“Non lasciare i genitori da soli”

“E ciò si verifica nonostante sia chiaro da anni che c’è qualcosa che non va, che si deve lavorare a livello sociale, e a partire dalla scuola. Bisogna impegnarsi per non lasciare i genitori da soli, per essere al fianco delle famiglie e avviare un’attività di prevenzione seria”.

L’allarme violenza infatti cresce, mentre l’età dei giovani malviventi si abbassa sempre di più. Risale soltanto a ieri, 20 maggio, l’arresto di tre adolescenti per furti e rapine: si tratta di un 14enne, un 15enne e un 16enne.

Rapinatori violenti a 14 e 15 anni

I primi due, oltre ad aver tentato di rubare un’auto al Villaggio Santa Rosalia ed essersi impossessati di diverse batterie di monopattini in sosta, hanno messo a segno tre rapine in un ristorante in via Ernesto Basile, entrando in azione in piena notte, armati di tirapugni e colpendo le vittime.

Il terzo ha invece tentato un’estorsione con il metodo del “cavallo di ritorno”, ovvero chiedendo un riscatto per restituire la refurtiva. Comportamenti che secondo il gip “indicavano una personalità che andava a strutturarsi in senso deviante, e che tende a soddisfare futili bisogni estemporanei a spese dei diritti altrui, non esitando ad usare la violenza e la forza d’intimidazione collettiva”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI