Palermo tra valzer dirigenziali | È via vai alla corte rosanero - Live Sicilia

Palermo tra valzer dirigenziali | È via vai alla corte rosanero

Andrea Cardinaletti, prossimo a lasciare la carica di amministratore delegato a fine stagione, è solo l'ultimo di una serie di figure che si sono succedute in seno alla società nell'era Zamparini. In principio fu Rino Foschi, primo ds del Palermo sotto la guida dell'imprenditore friulano.

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PALERMO – Si viene e si va. Un detto che gli allenatori del Palermo conoscono bene, ma che ancor di più hanno imparato a conoscere i dirigenti del club di viale del Fante, ormai diventati un’icona dell’instabilità lavorativa tipica del calcio italiano. Dallo Zamparini mangia-allenatori si è passati allo Zamparini mangia-direttori, con fasi di idillio vero e proprio alternate a frenetici cambi in corsa, tra esoneri e dimissioni. L’ultimo in ordine cronologico è Andrea Cardinaletti, che a Palermo ha resistito solo nove mesi, e che ha comunicato allo stesso patron del club rosanero di non voler proseguire il rapporto professionale. Un fulmine a ciel sereno, dato che pochi giorni fa lo stesso Cardinaletti ha rappresentato in prima persona la società nell’incontro col Comune per la questione stadio, ma che rientra nell’ormai corposa lista di dirigenti con le valigie in mano.

Se l’epopea di Rino Foschi poteva far credere ad uno Zamparini “malleabile” con i propri dirigenti, dall’addio del d.s. romagnolo si è susseguita una rosa di nomi tale da far scattare paragoni con gli allenatori, quelli che da sempre sono stati dei protagonisti a breve termine delle avventure del Palermo. Walter Sabatini sembrava poter ripercorrere le orme del direttore cesenate, sia per risultati che per longevità, ma anche col dirigente umbro il matrimonio si è concluso con un doloroso divorzio. Due stagioni e mezzo per quello che è l’attuale direttore sportivo della Roma, un periodo che ad oggi risulta essere il secondo più lungo dell’era Zamparini per un dirigente.

Il dopo Sabatini è stato un disastro. Sia per quanto visto in campo che fuori. Il ruolo ad interim di Cattani dura giusto il tempo di portare alla corte di Zamparini un nuovo direttore sportivo, Sean Sogliano, il quale fa in tempo a litigare col presidente in fase di mercato e a rassegnare le dimissioni a novembre dopo ulteriori incomprensioni con la società. La gestione della direzione sportiva viene affidata a Panucci e le scommesse sul suo addio immediato non sono nemmeno quotate, tant’è che con un solo mese di permanenza si guadagna il titolo di recordman nel ruolo di direttore sportivo. Con o senza Panucci, però, già si sa che in estate il timone sarà di qualcun altro: Perinetti diventa il nuovo responsabile dell’area tecnica del Palermo ma, come Sogliano, dura giusto qualche mese. Il tempo di addossarsi responsabilità non completamente sue per un mercato non certo entusiasmante e di lasciare la poltrona ad una figura che, per Zamparini, avrebbe dovuto segnare la svolta.

Ed ecco che persino Pietro Lo Monaco, uno che a Catania ha fatto miracoli con mezzi nemmeno paragonabili a quelli del Palermo, si ritrova a non ingranare nel capoluogo siciliano. La carta bianca concessa da Zamparini prende le fattezze dei vari Sperduti e Boselli, e anche per lui l’epilogo è inevitabile. Via Lo Monaco, torna Perinetti. Si va in serie B e il dirigente romano ci mette la faccia, restando in società e dando spazio a due giovani: Dario Baccin alla Primavera e Nicola Amoruso come direttore sportivo. Se il primo è riuscito a guadagnarsi una meritata promozione come d.s. della prima squadra, il secondo si iscrive all’albo delle meteore passate da viale del Fante. Nemmeno tre mesi a Palermo, dopodiché il timone passa per intero nelle mani di Perinetti, che costruirà la squadra dei record in serie B.

Gli 86 punti e una promozione virtualmente conquistata ad aprile non bastano a Perinetti per guadagnarsi la riconferma. Eccoci dunque ai nostri giorni, con Franco Ceravolo e, appunto, Andrea Cardinaletti presentati come volti nuovi di un Palermo che punta a rinnovarsi. L’ex osservatore della Juventus vive una prima fase di totale incertezza, a metà fra il ruolo ufficiale di direttore sportivo e quello di osservatore “affibbiatogli” dal patron. Un limbo che, complici anche alcune mosse di mercato rivelatesi fallimentari, portano Zamparini ad esonerarlo nel momento di massima crisi del Palermo. Al suo posto viene promosso Baccin dalla Primavera, mentre Cardinaletti resta lì al suo posto. Fino a ieri, quando il presidente annuncia la separazione anche con l’ex numero uno del Credito Sportivo. Un addio inaspettato, ma che in un ambiente come quello palermitano era da mettere in conto.


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