PALERMO – Anche la Sicilia dovrebbe avere un “Piano per le pandemie”, rivisto ogni tre anni, ma l’ultimo aggiornamento risale al 28 agosto 2009 e pubblicato sulla Gurs numero 40. Nel documento, che risale a quasi 11 anni fa, firmato dall’allora assessore alla Salute Massimo Russo, che faceva parte del governo di Raffaele Lombardo, si sottolinea che le linee sono predisposte sulla base degli indirizzi generali dell’analogo Piano nazionale approvato dalla Conferenza Stato-Regioni il 9 febbraio 2006.
Il Piano elenca i componenti del Comitato regionale per le pandemie (Crp), che annovera 19 professionisti e tre strutture: il sistema regionale della Protezione civile, l’Agenzia per le attività di informazione degli organi di governo della Regione, l’Ufficio della sanità marittima, aerea e di frontiera (Usmaf) di Palermo e Catania. E, inoltre, unità di crisi per ogni Azienda sanitaria provinciale e per ogni azienda ospedaliera. Il Piano prevede anche un percorso formativo per medici di famiglia, ospedalieri, operatori di case di cura private, farmacisti. Infine, un paragrafo riguarda i dispositivi di protezione individuale: mascherine, guanti, visiere e altro. “Ogni Azienda sanitaria – si legge – deve stimare il fabbisogno di Dpi attraverso il censimento degli operatori sanitari, per singolo presidio e mettere a punto dei piani di approvvigionamento e distribuzione. Sono da considerare fra le strutture da dotare di Dpi, oltre a quelle di ricovero, ambulatori, distretti,servizi di sanità pubblica e veterinari, laboratori. Dovrà inoltre essere prevista la fornitura di Dpi ai servizi di guardia medica e 118, ai medici di medicina generale ed ai pediatri. L’approvvigionamento dei Dpi avviene tramite le aziende sanitarie consorziate tra loro per questi acquisti, le scorte sono poi distribuite a tutte le strutture sanitarie. La direzione sanitaria deve disporre dei protocolli di utilizzo dei Dpi; tutto il personale deve partecipare ai corsi di aggiornamento e addestramento affinché i Dpi siano utilizzati correttamente”.