Pappalardo, il prestanome del boss - Live Sicilia

Pappalardo, il prestanome del boss

Il ruolo di Mario Pappalardo, arrestato dopo un mese di latitanza dalla Dia, all'interno dell'organizzazione criminale con al vertice Nuccio Mazzei.

L'inchiesta ippocampo
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Mario Pappalardo

CATANIA – Mario Pappalardo sa bene com’è fatta la cella di un carcere. Solo qualche anno fa aveva passato un periodo di detenzione poi commutato in arresti domiciliari: proprio in quell’arco temporale, tra il 2010 e il 2011, le cimici della Dia lo intercettano. Le conversazioni saranno le prove schiaccianti che convinceranno il Gip Francesca Cercone ad accogliere la richiesta di custodia cautelare in carcere nei suoi confronti presentata dal Pm Jole Boscarino nell’ambito dell’inchiesta Ippocampo, che lo scorso luglio ha decapitato il clan Mazzei. Sfuggito al blitz, ieri sera ha dovuto dichiarare la resa davanti alle forze dell’ordine che lo hanno rintracciato a Misterbianco.

Pappalardo, scrive il Gip nell’ordinanza, ha un “indubbio rapporto confidenziale” con il capo del gruppo Nuccio Mazzei (ancora latitante). Un legame che si concretizza in attività significative e rilevanti per l’associazione criminale dei Carcagnusi. “Pappalardo oltre a curare gli interessi del Mazzei finalizzati alla realizzazione di intestazioni fittizie, veniva” dal figlio di Santu U Carcagnusu “messo al corrente delle vicende economico – finanziarie inerenti che lo interessavano nonché utilizzato, – scrive ancora il giudice – nell’ottica di limitare esposizione e visibilità, per recapitare agli interlocutori di turno le proprie determinazioni”. Il Tribunale del Riesame non ha confermato per l’indagato il reato associativo, ma solo l’intestazione fittizia aggravata.

 Pappalardo non ha solo rapporti diretti con Nuccio Mazzei, ma anche con il cognato del boss, Gaetano Intravaia. Particolarmente significativa la telefonata tra i due appena Pappalardo è fuori dal carcere: Intravaia è deluso dal fatto che nonostante gli avesse scritto una lettera non aveva ricevuto notizie durante la sua detenzione. In quella conversazione il marito di Simona Mazzei gli assicura che non lo avrebbe “mai abbandonato”. Un legame “stretto” provato anche dalle parole di Pappalardo a Intravaia: “Si me frati”. Fratelli, insomma.

Pappalardo entra in gioco soprattutto per risolvere diverse “incombenze” finanziarie e immobiliari. Segue i rapporti con i ragionieri “assunti” per far ottenere fondi pubblici. “E’ stato concesso finalmente un finanziamento a chiddu pulitu” dice a Nuccio Mazzei durante una conversazione. E’ il protagonista dell’affare di un bar chiosco, di cui una quota era intestata a suo nome. Per gli inquirenti altro non è che un prestanome del boss dei Carcagnusi.

 


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