Parla Elena Ferraro: |"Non ho intenzione di mollare" - Live Sicilia

Parla Elena Ferraro: |”Non ho intenzione di mollare”

L'imprenditrice: "Un segnale intimidatorio, sinceramente, me lo aspettavo ma rivolto alla mia persona e non certamente alla mia azienda come a voler dire: 'Tu qui non devi lavorare'. Dentro ho tanta rabbia"

dopo l'intimidazione
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CASTELVETRANO – Sono passati due anni da quando Elena Ferraro ha detto “no” a chi voleva trasformare la sua clinica in un sistema cancerogeno di false fatture e nove mesi dal giorno in cui, grazie alla sua denuncia, sono stati arrestati Mario Messina Denaro (cugino del boss superlatitante) e i suoi favoreggiatori. A non abbandonare l’imprenditrice trapanese in questo intenso cammino verso la legalità sono state associazioni ed istituzioni. Ma nonostante tutto Elena, in cuor suo, sapeva che non sarebbe finita lì: ieri, come LiveSicilia ha raccontato, è stata vittima di un’intimidazione. “Perché alcuni vulcani sembra che dormano – ha commentato a Live Sicilia – ma poi, improvvisamente, si svegliano. L’ho constatato ieri sera, quando i tecnici interpellati per comprendere l’effettivo motivo del non funzionamento della Tac hanno notato i fili elettrici che alimentano il macchinario totalmente recisi”.
L’imprenditrice, dopo l’accaduto, si è recata in commissariato per denunciare il fatto e i rilievi effettuati in loco hanno attestato che in realtà si tratta di un caso di natura dolosa. Causato da chi e, soprattutto, perché? “Lo scorso giugno – spiega Elena – avevo ufficializzato il trasferimento della convenzione sanitaria, dopo sei anni di tribolazioni burocratiche, dalla sede clinica di Salemi all’Hermes di Castelvetrano. È una battaglia per la quale ho dovuto combattere parecchio a causa di forze occulte che hanno contrastato un mio diritto dato che, trasferimenti del genere sono previsti da un decreto assessoriale. Questa vittoria forse non è stata, quindi, gradita da qualcuno”.
A non poter immediatamente far luce sull’accaduto è la mancanza di un sistema di videosorveglianza in clinica. “Riflettendo un po’ – continua – l’Hermes, aperta al pubblico dalle 8 del mattino per i prelievi effettuati da un’infermiera, rimane incustodita fino alle 8.30, orario di arrivo del personale di segreteria. Di conseguenza, è possibile ipotizzare che qualcuno si sia introdotto in quell’arco di tempo all’interno della struttura. Non credo che l’azione sia imputabile al personale, regolarmente strutturato e retribuito, né ad eventuale concorrenza dato che il sistema di tomografia assiale computerizzata a Castelvetrano è solo in nostra dotazione. Pertanto, mi viene più naturale ricondurlo al fatto di aver ‘infangato’, due anni fa, il nome della famiglia Messina Denaro. Un segnale intimidatorio, sinceramente, me lo aspettavo ma rivolto alla mia persona e non certamente alla mia azienda come a voler dire: ‘Tu qui non devi lavorare’. Dentro ho tanta rabbia, ma non ho alcuna intenzione di mollare. In queste ore ho ricevuto parecchi messaggi di solidarietà. Spero, però, adesso che i cittadini di Castelvetrano non mi abbandonino”.

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