Parla Santo Campione |"Io, la Circumetnea e gli appalti" - Live Sicilia

Parla Santo Campione |”Io, la Circumetnea e gli appalti”

Lunga intervista a Santo Campione, principale indagato nell'inchiesta sugli appalti della ferrovia Circumetnea, amministratore delegato della Sigenco, il colosso di costruzioni leader nel settore dei lavori pubblici. "Abbiamo rispettato la legge, ecco perché...".

Santo Campione, amministratore Sigenco

Santo Campione, amministratore Sigenco

CATANIA- Anello di congiunzione tra passato e presente. Santo Campione, il re degli imprenditori, al terzo piano del viale Artale Aragona, nella grande stanza che guarda al golfo di Ognina, tiene in mano un faldone di perizie e consulenze. Ed ha una certezza: “La metropolitana catanese è un gioiello di tecnologia e sicurezza, abbiamo dato l’anima per portarla avanti e tra 21 giorni completeremo i lavori”.

I baffoni di Campione, “l’avvocato”, così lo chiamano gli amici, hanno partecipato ai principali appalti degli ultimi 30anni: prima al fianco del cavaliere Mario Rendo, adesso con Concetto Bosco e Mimmo Costanzo, che insieme a Campione fanno parte del Consorzio Uniter, il grande mattatore delle opere pubbliche a livello non solo nazionale.

Questa notizia dell’inchiesta sulla ferrovia Circumetnea, svelata ieri da LivesiciliaCatania (CLICCA QUI), ha lasciato Campione “sorpreso”, perché “dal 2007 (anno di avvio delle indagini ndr) a oggi, l’unico confronto con la magistratura -tiene a precisare- è avvenuto soltanto attraverso un interrogatorio spontaneo, durato 4 ore, in cui ho dimostrato la correttezza del nostro operato puntando sugli aspetti tecnici, economici e soprattutto sulla sicurezza”.

E’ questo il fulcro principale dell’inchiesta: la sicurezza della metropolitana. Gli inquirenti ipotizzano che la Sigenco avrebbe risparmiato sul cemento e sulle impermeabilizzazioni. Campione non è d’accordo: “Abbiamo prodotto tre consulenze tecniche di parte, redatte dai più competenti esperti in materia di gallerie e cemento”. Gli esperti della Sigenco sostengono che la metropolitana sarebbe stata costruita “a regola d’arte”, rispettando tutti i criteri di costruzione.

“La nostra difesa -aggiunge l’amministratore della Sigenco- aveva avanzato richiesta di incidente probatorio al fine di verificare quanto affermato nelle consulenze depositate: la richiesta non è stata accolta perché le indagini erano ancora nella fase iniziale”. Anche oggi, Campione ribadisce la richiesta di perizia d’ufficio: “Vogliamo dimostrare con ogni mezzo che abbiamo agito rispettando le leggi con la massima scrupolosità, per consegnare a Catania un’opera considerata strategica e di prioritaria importanza”.

Secondo le ipotesi della Procura la Sigenco avrebbe risparmiato sul ferro delle gallerie, si tratta di 1,2milioni di euro. Campione non ha dubbi: “raddoppiando lo spessore delle gallerie abbiamo speso di più e lo abbiamo già dimostrato ai pubblici ministeri”. “Nessuna qualità inferiore -incalza l’imprenditore- tutto il contrario: l’impresa ha utilizzato cemento a più elevata resistenza rispetto a quello previsto. Il progetto esecutivo è stato al vaglio di una commissione interministeriale composta da ben 19 esperti e dall’allora ministro Alessandro Bianchi, che lo ha approvato favorevolmente il 7 dicembre 2006 prima dell’esecuzione dei lavori”.

Sul cemento, che Campione sottolinea di aver prodotto “in casa”, con il cementificio della Sigenco di Nesima, l’imprenditore ritiene di avere un asso nella manica: “Da quattro anni abbiamo monitorato costantemente tutte le gallerie e nonostante i diversi sciami sismici che hanno colpito il nostro territorio, le gallerie non si sono mosse neanche di un millimetro”.

Tra i capi d’indagine ce n’è uno che ipotizza la corruzione tra Campione e il direttore dei lavori Salvo Fiore, la cui sorella è stata assunta alla Sigenco come segretaria. “La scelta della segretaria -confida Campione- è stata fatta da agenzie di collocamento e lei è stata assunta perché aveva un’importante esperienza pregressa presso l’azienda del cavaliere Graci”.

Sul compenso che, secondo la Procura, sarebbe stato riconosciuto a Giovanni Tesoriere, Campione non ha dubbi: “Quando è stata fatta la variante, Tesoriere non faceva parte della commissione, gli ho pagato una fattura di 30mila euro per la sua consulenza alla Sigenco per la costruzione del parcheggio di Spoleto”. “Voglio precisare in modo fermo e categorico -aggiunge ancora l’imprenditore- che non ho mai dato alcuna somma di denaro a pubblici funzionari”.

E ancora, Santo Campione è un fiume in piena, non si dà pace per il coinvolgimento nel crollo della sede stradale di via Bolano: nel 2008 si è aperta una voragine mentre veniva scavata la galleria.

“Il crollo -spiega Campione- è stato creato da una conduttura che durante pregressi lavori era stata otturata con tavole di legno. Il grande flusso d’acqua ha eroso il terreno con le conseguenze che tutti conosciamo”.

Campione sottolinea di aver fiducia nella magistratura, “anche se devo ammettere che non è facile lavorare e andare avanti ogni giorno sapendo dell’esistenza di un’indagine relativa a reati così gravi. Spero che la giustizia faccia il suo corso velocemente, con la prossima archiviazione delle indagini, e mi metto a completa disposizione dell’autorità giudiziaria”.

Prima dei saluti una domanda: “Lo sa -chiede Santo Campione- come è finito l’interrogatorio di 4 anni fa con il procuratore Antonino Fanara? Mi ha stretto la mano e mi ha detto di continuare a lavorare”. “E così abbiamo fatto, la metropolitana è quasi completa, mi sono aggiudicato anche il lotto della Collini e tutto è stato realizzato a norma di legge”.

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