Partecipate, è ancora scontro| Pronto lo sciopero per lunedì - Live Sicilia

Partecipate, è ancora scontro| Pronto lo sciopero per lunedì

Partecipate, pareva tutto risolto, ma i sindacati sono di nuovo sul piede di guerra. Ecco quali sono i punti del disaccordo.

La vertenza
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Sembrava essersi conclusa con un “e vissero felici e contenti” la vicenda delle tre partecipate della Regione siciliana, Multiservizi, Biosphera e Beni Culturali spa, ma in base alle denunce di alcune sigle sindacali sembra non essere effettivamente così.

Un nuovo capitolo si apre oggi, dopo la riunione fiume del 2 luglio in commissione bilancio, che vedeva finalmente siglato l’accordo quadro che consentiva il travaso di tutti i dipendenti delle tre partecipate nella nuova società consortile Sas spa, in dubbio fino alla fine, dopo settimane di proteste e presidi presso l’assessorato all’Economia.

Ieri i dirigenti sindacali avrebbero dovuto essere ricevuti di nuovo in seconda commissione alla presenza anche del presidente Lombardo. Tra le questioni da risolvere, ci sarebbe stata anche quella una circolare firmata dall’assessore all’Economia, Gaetano Armao, i cui destinatari sono: il nuovo cda della Sas, la nuova azienda consortile che dovrebbe assorbire i dipendenti delle tre partecipate, il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, e il Ragioniere generale Biagio Bossone.

Nei fatti, alla riunione non si è presentato nessuno e i sindacati infuriati hanno promesso battaglia. Annunciato, infatti, per lunedì 9 luglio uno sciopero generale dei dipendenti delle partecipate, con annesso corteo che partirà alle ore 9 da piazza Verdi e si concluderà alla presidenza della regione siciliana. “La situazione è oramai divenuta insostenibile. I lavoratori devono essere tutelati in tutti i loro diritti, tra l’altro acquisiti in anni di lavoro – annuncia Mimma calabrò, segretario generale della Fisascat- Cisl – e pertanto con il gesto estremo della proclamazione dello sciopero la Fisascat chiede a gran voce che vengano tutelati tutti i livelli occupazionali, vengano date nell’immediato garanzie per il futuro dei lavoratori tutti, nonché sui trattamenti economici e normativi ad essi applicati”.

La circolare della discordia di cui si sarebbe dovuto discutere ieri pomeriggio contiene, oltre ad una panoramica della situazione attuale e un calendario di scadenze per la nuova dirigenza – composta dal presidente Gianni Silvia, dal dirigente generale della Sanità, Salvatore Sammartano, e dal consigliere Mario Pisciotta – anche una serie di disposizioni “comportamentali” che il cda dovrebbe seguire in materia di assunzioni e di trasferimento del personale.

A fare infuriare i sindacati sono soprattutto tre punti della nota dell’assessore all’Economia, che sarebbero in contrasto con l’accordo firmato lunedì notte da parti sociali e il presidente della seconda commissione Riccardo Savona, l’assessore all’Economia Gaetano Armao e l’avvocato liquidatore Rosa Corsello . Il primo punto sarebbe la libertà della nuova società consortile di non rispettare le categorie di provenienza dei dipendenti. Infatti nella nota si legge: “Trattandosi di nuove assunzioni la società potrà inquadrare i dipendenti nel modo che riterrà più opportuno e rispondente alle proprie esigenze”. Il secondo punto è relativo alle retribuzioni: “Quanto in precedente percepito dal dipendente – si legge nella circolare di Armao – non assume dunque, alcun rilievo”, ed infine la denuncia riguarderebbe anche l’anzianità accumulata dai dipendenti, che invece, nell’accordo quadro firmato, veniva garantita: “Così come alcun diritto può essere vantato dai lavoratori per l’anzianità precedentemente maturata”.

“Il documento – spiega il segretario della Uiltcs, Pietro La Torre – è stato inviato dopo la riunione di lunedì senza che alcuno dei soggetti presenti al tavolo venisse opportunamente, e per correttezza deontologica, informato di tale iniziativa, ovvero delle decisioni assunte senza tenere in alcun conto né del confronto che si è sviluppato in quella sede, né delle conclusione a cui in quella sede si poteva pervenire”.

Per Mimma Calabrò “Armao è come Penelope, però con fuso orario diverso. Infatti, cuce di notte e scuce di giorno. Solo questa parafrasi può motivare l’inspiegabile comportamento dell’assessore che, se da un lato nella notte tra il 2 e il 3 luglio sottoscrive con tutte le organizzazioni sindacali regionali l’accordo politico-sindacale per la definizione del piano di riordino delle società partecipate, dall’altro – conclude Mimma Calabrò – nel corso della giornata del 3 divulga una direttiva da lui stesso firmata datata il 2 luglio e, pertanto, antecedente alla firma del suddetto, il cui contenuto risulta essere in netto e palese contrasto con quanto sottoscritto dalle parti in seno al suddetto accordo politico-sindacale”.

Insomma, i sindacati sono di nuovo in allarme e parlano già di “circolare che vanifica l’accordo stipulato”. “La circolare dell’assessore Armao – dichiara Michele D’Amico dei Cobas-Codir – non fa altro che capovolgere quanto concordato nell’ultimo incontro in Commissione bilancio. A questo punto, urge un chiarimento immediato. Bisogna garantire, una volta per tutte, infatti – ha aggiunto i livelli occupazionali, la retribuzione dei lavoratori e il riconoscimento dell’anzianità maturata. Senza più dubbi, tentennamenti o marce indietro”.

Queste le accuse dei sindacati, nonostante l’assessore all’Economia abbia precisato che non vi è alcuna trappola sottesa: “Non c’è alcun atto che vanifichi l’accordo raggiunto sulla riorganizzazione delle società partecipate del settore dei servizi. Solo una circolare che ha fatto il punto sulla situazione – afferma Armao – gli atti amministrativi che sono stati emanati, richiamati dall’accordo, sono tanto necessari quanto coerenti per consentire di giungere all’obiettivo che tutti, governo, società e sindacati, intendono conseguire. In tal senso sono disponibile ad ogni tipo di confronto che sia scevro da distorsioni. C’è solo bisogno di marciare adesso nella stessa direzione e di mantenere i tempi concordati per dare certezze ai lavoratori sul loro futuro, senza mai perdere di vista gli equilibri di bilancio e l’economicità di gestione. Come ho già affermato – conclude l’assessore all’Economia – non c’è bisogno di speculazioni né da parte della politica né, tanto meno, da parte di alcuni sindacalisti che intendono tutelare anche qualche interesse indifendibile”.

 


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