Paura al pronto soccorso| Infermiere e ausiliario aggrediti - Live Sicilia

Paura al pronto soccorso| Infermiere e ausiliario aggrediti

Ennesimo caso di violenza in ospedale. Il Nursind: "Un nuovo episodio che condanniamo".

CALTANISSETTA
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GELA (CALTANISSETTA) – Nuova aggressione in un pronto soccorso siciliano. Il caos stavolta è scoppiato all’ospedale Vittorio Emanuele di Gela. Un uomo si è scagliato contro un Infermiere ed un ausiliario. “Protagonista un ragazzo di 25 anni in evidente stato di agitazione psicomotoria – spiega il Nursind – che appena arrivato al triage ha iniziato ad inveire contro l’Infermiere, insultandolo verbalmente, perché rifiutava ogni tipo di cura, aggredendo anche i genitori che si erano recati in ospedale per accompagnarlo. A quel punto veniva allertato lo psichiatra di turno per valutare il caso. L’uomo andava in ulteriore escandescenza afferrando l’infermiere per le mani con la forza e sferrando un pugno ad un ausiliario”.

E’ quindi stato lanciato l’allarme ai carabinieri, ma l’uomo avrebbe poco dopo preso di mira un un lettino visita, continuando ad inveire nei confronti del personale in servizio. “L’uomo – precisano – all’arrivo dei carabinieri è stato immobilizzato, sedato dai sanitari e subito dopo trasferito nel reparto di psichiatria. Il NurSind, esprime solidarietà nei confronti del collega infermiere e nei confronti dell’operatore sanitario. Condanniamo l’episodio di violenza nei confronti del collega infermiere e dell’operatore sanitario – sottolineano – non c’è giustificazione per azioni del genere. Basta con queste aggressioni ai danni degli operatori sanitari che svolgono il proprio lavoro con tanto sacrificio”.

L’ennesimo caso nell’Isola, tra le città in cui si sono verificati più episodi dall’inizio dell’anno ad oggi, c’è Palermo. Venti le aggressioni e i danneggiamenti avvenuti negli ospedali del capoluogo, con medici finiti nel mirino, arredi distrutti e veri e momenti di vero e proprio terrore per il personale sanitario e gli utenti presenti. Una emergenza di fronte alla quale i sindacati hanno più volte chiesto provvedimenti risolutivi: “I medici lavorano ormai nella paura”, ribadiscono.


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