Pd, in Sicilia piovono accuse sull'assemblea per il regolamento

Pd tra merli, gatti neri e defunti: accuse sull’assemblea del regolamento

Gli avversari di Barbagallo riportano il calendario al 27 gennaio (nella foto)

PALERMO – Profili con nomi di fantasia come ‘Merlo’ e ‘Gatto nero’, una novantina di presenti che non avevano diritto al voto e persino un militante che in realtà sarebbe morto. Sono alcune delle anomalie evidenziate dal fronte che nel Pd siciliano si contrappone alla rielezione del segretario uscente Anthony Barbagallo e relative alla contestatissima votazione del 27 gennaio, quando l’assemblea regionale Dem approvò il regolamento per il congresso.

L’assemblea Pd di gennaio

Una votazione che introdusse il voto esclusivo degli iscritti per la scelta del segretario regionale e che non è mai stata digerita dal variegato schieramento che si contrappone a Barbagallo. Urla e qualche attimo di tensione quella sera all’Astoria Palace di Palermo, con l’inviato della segreteria nazionale Igor Taruffi che ebbe il suo bel da fare per riportare l’ordine in sala.

“Congresso farsa”

Adesso quelle contestazioni riemergono, con gli avversari di Barbagallo che annunciano di non volere partecipare ad un congresso che definiscono “una farsa”. Da qui l’intenzione di presentare un ricorso alla Commissione nazionale di garanzia “per fare luce – dicono – su quella votazione”.

“Ha votato anche chi non ne aveva diritto”

A snocciolare i numeri dei presunti “brogli” nella conferenza stampa di via Bentivegna, dove ha sede il Pd Sicilia, è stato Fabio Venezia, deputato ennese a lungo individuato come il possibile antagonista di Barbagallo nella corsa alla segreteria. “Al momento del voto su Zoom c’erano 206 persone collegate e soltanto 88 di queste facevano parte dell’assemblea, avendo quindi diritto al voto – dice -. Ben 65 attivi sulla piattaforma non risultano componenti dell’assemblea e, quindi, non avrebbero potuto votare – prosegue Venezia -, mentre una cinquantina erano collegati con profili falsi e non identificabili”.

Tra merli e gatti neri…

La realtà, a questo punto, supera la fantasia: tra i nickname non identificabili c’erano ‘Il merlo’, ‘Il gatto nero’ o semplicemente ‘Utente Zoom’. “Abbiamo scoperto anche il caso di una persona, Alessandro Longo, di Trapani, che risultava online ma che in realtà, dopo una telefonata, si è scoperto non essere collegata. Ma c’è di più – ancora Venezia -, questa persona non rinnovava la tessera da alcuni anni”. per il deputato “una situazione imbarazzante, rispetto alla quale, se vogliamo essere credibili – ha concluso -, dobbiamo fare chiarezza”.

Lupo: “Anche un morto tra i votanti”

C’è poi il mistero di un militante che avrebbe votato, avendone diritto, ma con un dettaglio non trascurabile: risulta deceduto. “L’unica spiegazione sarebbe un caso di omonimia”, ha evidenziato l’europarlamentare Dem Giuseppe Lupo, aggiungendo: “Abbiamo comunque decine di casi riscontrati di persone che erano collegate e che non avevano diritto al voto”. Sulla consultazione di gennaio Lupo ha aggiunto: “Abbiamo chiesto i nominativi di chi ha votato e ci è stato detto che la società che si è occupata della votazione online non li aveva più, erano andati distrutti poche ore dopo la votazione”.

Elementi che hanno portato il capogruppo del Partito democratico all’Ars, Michele Catanzaro, ad una conclusione: “Non possiamo partecipare a un congresso regionale farsa dove le regole sono saltate, e tutto questo con la segreteria nazionale che è sorda al nostro grido d’allarme. Senza le regole non c’è più un partito”.


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