PALERMO – “Governeremo insieme alla Sicilia, insieme ai siciliani”. La promessa di Pierluigi Bersani è scandita almeno un paio di volte durante il comizio col quale il leader del Pd ha chiuso l’evento di Piazza Verdi, a Palermo. Una piazza piena di bandiere e militanti. Circa diecimila secondo gli organizzatori del Pd.
Un incontro “aperto” (dopo l’introduzione musicale di Mario Venuti) dal sindaco di Firenze Matteo Renzi. Convincente, quest’ultimo. Arguto, come al solito. Ma anche più attento alla “questione siciliana” di quanto non siano stati gli altri big scesi nell’Isola. “Siete fortunati, – dice Renzi – perché a causa della porcata di Calderoli il vostro voto oggi è decisivo, vale doppio. Avete la possibilità di decidere il destino prossimo del Paese. Ci ricordiamo tutti, qui, il 61-0. Ma ai siciliani chiedo: nonostante quel consenso, cosa hanno fatto i governi di centrodestra? Quali promesse hanno mantenuto? Sorpasseremo il Pdl in Sicilia e in Lombardia, così daremo un governo stabile al Paese. Non sentite – aggiunge il sindaco di Firenze rivolgendosi alla platea – questa splendida, spaventosa responsabilità? Ce la giochiamo sul filo dei voti. Ognuno di noi è un candidato. Vi chiedo l’ultimo sforzo, per cambiare la Sicilia e l’Italia”. Non mancano, poi, ovviamente i temi più generali, che superano i confini siciliani. “Qualcuno – attacca Renzi – vi vuole trasformare in consumatori: ‘vi tolgo l’Imu’, ‘vi abbasso l’Irpef’, ‘vi vendo le pentole a 19 euro’. Caro Berlusconi, sei in corsia di sorpasso? Ti ricordo che la corsia di sorpasso è a sinistra. A destra c’è la corsia di emergenza”. Non manca un attacco a Grillo: “È uno che cambia idea tante volte… Ricordo persino che da comico chiudeva i suoi spettacoli rompendo un computer, dicendo che la tecnologia ci avrebbe resi schiavi. Ora è diventato il massimo blogger italiano. Tutte le sue promesse non si realizzeranno mai”. Quindi un riferimento alle ultime primarie, dalle quali Renzi è uscito sconfitto dal leader Bersani: “ Qualcuno chiede come mai io, che ho perso le primarie, resto nel Pd. Questo è il retaggio di una politica in cui si personalizza, si dimentica il concetto di comunità. Io penso invece che in un partito si debba discutere. E oggi, dopo le primarie e grazie alle primarie, il nostro partito è più forte. In passato, invece, è successo che un premier come Prodi andasse a casa per colpa del centrosinistra. Io – ha concluso Renzi – ho voluto fare politica quando ho visto magistrati morire per servire l’Italia. Nessuno strumentalizzi il nome di Falcone, Borsellino e Livatino”. Riecco la Sicilia, e gli applausi, frequenti durante l’intervento del sindaco toscano. Che ha lasciato il campo a Bersani: “Ha il diritto e il dovere di governare. E governerà”.
Un ottimismo raccolto dal segretario nazionale: “Vinceremo noi”, dice Bersani. E anche nel suo intervento, non sono mancati i riferimenti al Sud. “Noi, a differenza di altri – affonda – non abbiamo mai tolto i soldi al Mezzogiorno, per destinarli alle quote latte. Noi governeremo insieme al Sud. Per questo istituiremo una cabina di regia nella quale troveranno posto i governatori e gli amministratori delle Regioni meridionali. Su certi temi, governeremo insieme a loro. Berlusconi, di fronte alle richieste della Lega di tenere al Nord il 75% delle tasse, ha chiesto il parere dei governatori e degli amministratori del Sud. E loro hanno detto ‘va bene’. Sono solo feudatari del padrone. Noi lavoreremo invece con la Sicilia, insieme ai siciliani per risolvere il problema centrale, quello del lavoro. E da noi non ci sono né padroni né profeti. Noi siamo l’unico vero partito. Le altre sono forze politiche che si poggiano unicamente sul loro capo. Se questo va via, non si sa che fine fa il partito. Da noi, se va via Bersani, resta il Pd”.
Anche in questo caso, pioggia di applausi. Ai piedi del palco, una delegazione del governo regionale. Ci sono gli assessori Luca Bianchi, Mariella Lo Bello, Nelli Scilabra. Alla fine dell’intervento del segretario, giungerà anche Rosario Crocetta. Avrà il tempo di salire sul palco e salutare Bersani. “Quando sono venuto in Sicilia a sostenere Crocetta dissi che c’è un vento che dalla Sicilia sarebbe arrivato a Roma e sarà così”, ha detto Bersani. Che non ha risparmiato stilettate agli altri leader in corsa. A cominciare ovviamente da Silvio Berlusconi: “Ha promesso quattro milioni di posti di lavoro, e ancora aspettiamo, da dieci anni, la prima milionata. Negli anni abbiamo accumulato troppe leggi ad personam. Le cancelleremo tutte. E finalmente introdurremo regole certe sul conflitto di interesse. Berlusconi si rassegni – prosegue Bersani – anche se lui appena sente parlare di leggi, mette mano alla pistola. Porteremo in Parlamento il 40 per cento di donne. Saranno loro a spiegargli come si parla con le donne e delle donne. Ci hanno lasciato una situazione finanziaria catastrofica, perché nel frattempo pensavano a Ruby. Inutile – conclude l’affondo – che mandi lettere in cui dice di togliere questo o togliere quello. Noi chiederemo i soldi indietro agli evasori fiscali. E diciamo ‘no’ a qualsiasi condono”. Poi, ecco l’attacco alla Lega: “Chiuderemo anche la lunga stagione del leghismo, dell’egoismo, della divisione. Si tornerà, dopo anni, a parlare di Mezzogiorno. E la Lega si mette il cuore in pace, dica quello che vuole. Non ci impressiona”.
Infine, ecco di nuovo lo spettro di Grillo, nei confronti del quale Bersani indirizza attacchi molto duri: “Comprendo chi va in piazza per Grillo. La loro protesta, la loro rabbia. Ma ce l’ho proprio con Grillo. Andando avanti così, finirà per portare il Paese fuori dalla democrazia. Dice che non c’è destra e sinistra, che tutto è uguale: vuole governare sulle macerie. Si rifiuta di rispondere alle domande, perché vuole parlare solo lui, dal tabernacolo della rete”. Secondo il segretario del Pd le ricette proposte dal leader del Movimento Cinque Stelle “porterebbero l’Italia in una condizione peggiore della Grecia. Questo Paese corre ancore dei rischi e ha bisogno di una barra solida, che possiamo dare solo noi”. Applausi, ancora. Quindi il saluto di Crocetta. Basterà il “vento del Sud”, partito da Palermo quattro mesi fa, a consegnare al centrosinistra la vittoria nella terra del 61 a zero?
L’EVENTO DI PIAZZA VERDI MINUTO PER MINUTO
19.36 – “Quando sono venuto in Sicilia a sostenere Crocetta dissi che c’è un vento che dalla Sicilia sarebbe arrivato a Roma e sarà cosi. Viva la Sicilia democratica”. Bersani ha terminato il suo intervento.
19.27 – “O vinciamo noi, o loro. Questo è un voto pesante. State attenti. Perché magari rischiate di trovarvi con Pdl e Lega”, spiega Bersani. Poi l’attacco a Beppe Grillo: “Noi promettiamo il cambiamento. Io capisco chi va in piazza per Grillo. Io ce l’ho con Grillo. Porta il paese fuori dalla democrazia. Dice che non c’è destra e sinistra, vuole governare sulle macerie. Non vuole rispondere alle domande, ma vuole parlare solo lui, dal tabernacolo della rete”. Secondo il segretario del Pd le ricette proposte dal leader del Movimento Cinque Stelle “portano l’Italia in una condizione peggiore della Grecia. Questo Paese corre ancore dei rischi e ha bisogno di una barra solida, che possiamo dare solo noi”.
19.23 – “Con il Sud faremo una cabina di regia, insieme alle Regioni e agli amministratori. Governeremo insieme su tanti temi. Si tornerà, dopo anni, a parlare di Mezzogiorno. E la Lega si mette il cuore in pace, dica quello che vuole. Non ci impressiona. Noi siamo l’unico vero partito. Gli altri hanno partiti con un capo. Se questo va via, non si sa che fine fa il partito. Da noi, se va via Bersani, c’è il Pd”. Grandi applausi.
19.18 – “Mai più un condono”, assicura Bersani dal palco di Palermo. “Hanno l’obiettivo di affidare ai privati i settori del welfare: Sanità e Istruzione. Per noi questi settori non possono essere gestiti dai privati. Di fronte a questo, non c’è differenza tra ricchi e poveri”. Ancora il segretario del Pd: “La ricetta per noi è chiara, dobbiamo fare girare la liquidità per le piccole imprese. Dobbiamo favorire dei piccoli investimenti, su scuole e ospedali, derogando in parte al patto di stabilità. E poi, tutto quello che può essere ricostruito nell’edilizia, faremo in modo che sia possibile. Infrastrutture? Cominceremo con la banda larga, e partiremo dal Sud”.
19.13 – “Ci hanno lasciato una situazione finanziaria catastrofica, perché nel frattempo loro pensavano a Ruby. Inutile che mandi lettere in cui cancelli. Che cancelli? Se ci hai costretto a fare manovre da 90 miliardi in due anni…”. Così Bersani riferendosi a Berlusconi.
19.11 – Ancora il segretario del Pd: “Porteremo in Parlamento il 40 per cento di donne. Saranno loro a spiegare a Berlusconi come si parla con le donne e delle donne. Riconosceremo agli stranieri che vivono e pagano le tasse qui il diritto di essere siciliani. E agli omosessuali quello alle unioni civili, come in Germania”.
19.08 – Bersani attacca ancora Berlusconi: “Negli anni abbiamo accumulato troppe legge ad personam. Le cancelleremo tutte. E metteremo leggi sul conflitto di interesse. Berlusconi si rassegni. Lui appena sente parlare di leggi, mette mano alla pistola”.
19.03 – “Dove andiamo se non c’è una riscossa civica, se non premiamo l’onestà, se non combattiamo la criminalità? Questo non è un problema del Mezzogiorno. A Milano, le famose ronde padane non hanno fermato la ‘ndrangheta”.
18.53 – “Voi non siete spettatori, siete protagonisti. Qui non c’è un padrone, nè un profeta. Noi chiuderemo anche la lunga stagione del leghismo, dell’egoismo, della divisione”, ancora Bersani. “Non racconteremo balle: la crisi c’è. E non si risolve con la bacchetta magica. La soluzione è una: chi ha di più, deve dare di più. Berlusconi, di fronte alle richieste della Lega di tenere al Nord, ha chiesto il parere dei governatori e degli amministratori del Sud. E loro hanno detto va bene. Sono solo feudatari del padrone. Noi lavoreremo invece con la Sicilia, insieme ai siciliani per risolvere il problema centrale, quello del lavoro”.
18.51 – Intanto, dagli organizzatori del Pd arrivano le cifre sui presenti al comizio di Bersani e Renzi: circa 10 mila persone.
18.49 – Ancora il segretario del Pd: “Noi abbiamo discusso all’aperto, ci siamo confrontati, dimostrando di essere un grande partito unito. Noi non abbiamo mai rubato soldi al Sud, per darli alle quote latte. Noi non raccontiamo favole. Berlusconi ha promesso quattro milioni di posti di lavoro, e ancora aspettiamo la prima milionaria da dieci anni. Berlusconi invia lettere ai cittadini che sembrano dell’Agenzia delle entrate. Toglie l’Imu, lrpef. Restituisca i quattro miliardi dati ad Alitalia, o quelli per le quote latte”.
18.46 – Sul palco sale Bersani: “Vinceremo noi. Dal 26 l’Italia sarà una sola. E la guarderemo con gli occhi di chi è in difficoltà”.
18.42 – “Vi ricordo che io non sono qui perché sono candidato. Io non sono candidato. Ho perso le primarie, ma non mi sono dimesso da cittadini. Sono qui per aiutare Bersani, e per aiutare l’Italia”, afferma Renzi. “Dico a voi: sono cinque anni che attendete questi cinque giorni. I giorni che ci libereranno da quel 61-0. Sentite questa splendida, spaventosa responsabilità? Ce la giochiamo sul filo dei voti. Ognuno di noi è candidato. Vi chiedo l’ultimo sforzo, per cambiare la Sicilia e l’Italia”. Così il sindaco di Firenze conclude il suo intervento dal palco.
18.40 – “Qualcuno chiede come mai io, che ho perso le primarie, resto nel Pd. Questo è il retaggio di una politica in cui si personalizza, si dimentica il concetto di comunità. Io penso invece che in un partito si discute. E oggi, dopo le primarie e grazie alle primarie, il nostro partito è più forte. Io ho voluto fare politica quando ho visto magistrati morire per servire l’Italia. Nessuno strumentalizzi il nome di Falcone, Borsellino e Livatino”.
18.34 – Renzi si rivolge a Berlusconi e al centrodestra: “Vi sorpasseremo in Sicilia e in Lombardia, daremo un governo stabile al Paese”.
18.31 – Ai piedi del palco anche l’assessore regionale all’Ambiente, Mariella Lo Bello.
18.30 – “Nei primi cento giorni approveremo la legge anti corruzione. Risponderemo alla fame di legalità, che arriva anche dalla Sicilia. La corruzione ci costa sessanta miliardi l’anno. Lo spread? Certo, è importante. Ma noi dobbiamo recuperare i valori, le cose belle. Ad esempio, dobbiamo ridare valore agli insegnanti, che hanno il compito più nobile: quello di dare futuro ai giovani. Giovani ai quali va detto che faranno strada non perché conoscono qualcuno, ma perché conoscono qualcosa”.
18.27 – Renzi attacca Grillo: “È uno che cambia idea tante volte… Ricordo persino che da comico chiudeva i suoi spettacoli e rompeva un computer, dicendo che i computer ci avrebbero resi schiavi. Ora è diventato il massimo blogger italiano. Tutte le sue promesse non si realizzeranno mai”.
18.25 – Ancora il sindaco di Firenze: “Ce lo ricordiamo il 61-0 qui. Cosa ha fatto il governo di Pdl e Lega per la Sicilia? Quali promesse hanno mantenuto?”.
18.22 – Renzi si rivolge ancora ai siciliani: “Siete fortunati, a causa della porcata di Calderoli il vostro voto oggi è decisivo, vale doppio. Avete la possibilità di decidere il destino prossimo del Paese”.
18.18 – “Il vero degrado è quando le persone perdono l’idea di essere parte della società. Qualcuno vi vuole trasformare in consumatori: ‘vi tolgo l’Imu’, ‘vi abbassò l’Irpef’, ‘vi vendo le pentole a 19 euro’. Caro Berlusconi, sei in corsia di sorpasso? Ti ricordo che la corsia di sorpasso è a sinistra. A destra c’è la corsia di emergenza. Ho fatto le primarie contro Bersani? Noi le cose ce le diciamo in faccia. Non come in passato, quando Prodi è andato a casa anche per colpa del centrosinistra. Bersani ora non ha solo il diritto, ma il dovere di governare. E sarà il prossimo premier”.
18.13 – Renzi sale sul palco di piazza Verdi: “C’è un filo rosso che lega tutte le piazze d’Italia. Vi porto il saluto della mia Firenze. Noi non siamo un Paese stanco, nè rassegnato”.
18.11 – E’ appena arrivato Matteo Renzi. Tra poco salirà sul palco. Appena giunto, è stato chiamato a gran voce da alcuni lavoratori della Gesip.
18.10 – I supporter del Pd invocano il segretario nazionale del partito. Ai piedi del palco i big del partito in Sicilia: Giuseppe Lupo, Antonello Cracolici, Baldo Gucciardi e Sergio D’Antoni. C’è anche l’assessore regionale all’Economia Luca Bianchi.
17.50 – Tutto pronto davanti al Teatro Massimo di Palermo, dove a breve inizierà il comizio del segretario nazionale del Partito democratico e del sindaco di Firenze. In questo momento sul palco il cantante Mario Venuti

