PALERMO – Verrà ascoltato oggi pomeriggio Giuseppe Lupo, segretario regionale del Partito democratico, dalla Commissione regionale di garanzia presieduta da Giacomo Torrisi. Un incontro che – così pare – dovrebbe chiarire i punti della ‘exit strategy’ che il Pd siciliano intende mettere a punto per risolvere una volta e per tutte il caso Megafono. Una vicenda che fino ad oggi, in realtà, l’organo di garanzia ha un po’ trascurato, soprattutto dopo che la commissione nazionale presieduta da Luigi Berlinguer si è ‘scrollata’ il problema di dosso demandandolo ai colleghi siciliani.
Da allora nessuno si è pronunciato ufficialmente. Anche perché non è affatto chiaro quali saranno le modalità con le quali la commissione potrà intervenire. Per esempio, sul caso della doppia militanza, che riguarda tutti gli iscritti al Pd che nel frattempo hanno ruoli di dirigenza all’interno del movimento del governatore Rosario Crocetta (lui compreso), i garanti siciliani non potranno che recepire “in termini generali” quanto deliberato dalla commissione nazionale. E “in termini generali” significa, in sostanza, che non potrà essere espulso nessuno. A meno che alla commissione non arrivino ricorsi o denunce nei confronti di qualcuno, ma “allo stato attuale – fa sapere il presidente Torrisi – non abbiamo ricevuto nessun atto ufficiale”.
La commissione regionale di garanzia, insomma, ha le mani legate, e non potrà che ribadire, questo sì, quanto già affermato da Berlinguer: la “bigamia” – per chiamarla con le parole usate da Antonello Cracolici – non è consentita. “No”, quindi, alla ‘doppia tessera’. Ma il Megafono, non essendo un partito, non prevede un tesseramento. Sarà difficile, quindi, individuare i ‘colpevoli’ di doppia militanza. Anche se qualche nome noto, in effetti, c’è. A partire dal presidente della Regione Crocetta, esponente del Pd ma fino a ieri iscritto al gruppo parlamentare del Megafono all’Assemblea regionale. Una posizione “sanata” dal governatore proprio ieri con l’adesione al gruppo all’Ars del Pd, che lo mette al riparo da eventuali sanzioni. Poi, naturalmente, c’è Beppe Lumia. Il senatore, uno dei dirigenti democratici di spicco in Sicilia, è stato eletto alle scorse Politiche come capolista tra le fila del movimento del governatore. Anche Lumia, però, formalmente non trasgredisce lo statuto perchè aderisce al gruppo del Pd. Ma ci sono anche l’assessore regionale alla Formazione professionale Nelli Scilabra, componente della direzione regionale del Pd e coordinatrice del Megafono di Agrigento, il coordinatore di Catania Giuseppe Cauda, anche lui membro della direzione, e infine Vincenzo Abbruscato, coordinatore del movimento di Crocetta a Trapani e come gli altri componente della direzione regionale del Partito democratico. Il presidente della commissione di garanzia, però, ribadisce che dei nomi specifici ancora “non sono stati fatti”.
Se invece qualche nome dovesse saltare fuori, allora i garanti dovranno stabilire le competenze: alcuni provvedimenti potrebbero dover essere presi dalle commissioni di garanzia provinciali, ad esempio, a seconda dei casi. Oggi, quindi, la commissione si limiterà ad ascoltare il segretario Lupo. Che oggi in direzione è stato ancora una volta molto chiaro: “La commissione nazionale ha deliberato che il Megafono, come partito, non può esistere. Rimango fermo su questa posizione”, ha detto.