Da Aristotele alla turbativa d'asta | Chi è Cafeo, il renziano indagato - Live Sicilia

Da Aristotele alla turbativa d’asta | Chi è Cafeo, il renziano indagato

Candidato alle regionali-bis. Crocetta: “Faraone lo voleva in giunta, dissi di no”.

Il personaggio
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PALERMO – Attorno a Giovanni Cafeo scoppiò una vera e propria guerra politica. Erano i giorni caldissimi delle cosiddette “elezioni regionali-bis”. Quella paradossale ripetizione del voto in poche sezioni a Rosolini e Pachino, nel Siracusano, dovuta a una misteriosa sparizione delle vecche schede elettorali. Proprio a Pachino, in quei giorni – siamo a fine settembre del 2014 – si è svolto una tavola rotonda dal sobrio titolo: “Da Aristotele a Renzi”.

Al di là dell’accostamento tra il filosofo della “Metafisica” e il premier della “Jobs act”, ecco emergere subito la natura politica dei protagonisti del convegno. Orgogliosamente renziani, tutti i partecipanti. A organizzare l’evento proprio Giovanni Cafeo, in quei giorni “ri-candidato” alle miniregionali e oggi indagato, insieme all’assessore comunale Alfredo Foti, per una turbativa d’asta legata agli asilini nido aretusei.

Cafeo era stato anche capo di gabinetto del sindaco Giancarlo Garozzo. C’era anche lui a quel convegno su Aristotele e Renzi. Del resto, il primo cittadino di Siracusa ha rivendicato a più riprese il fatto di essere un “renziano della prima ora”. Con lui anche il sottosegretario Davide Faraone, luogotenente del premier in Sicilia, giunto nel capoluogo aretuseo per partecipare, certo, al filosofico convegno, ma anche, già che c’era, per fornire un appoggio – quantomeno d’immagine – al candidato Cafeo, che alla fine non ce la farà.

Tra le sedie dei relatori, ecco un altro viso familiare, nonostante l’istantaneità della sua esperienza alla Regione. Il giovane Piergiogio Gerratana è stato anche un assessore di Rosario Crocetta. Al Territorio. Ma solo per un paio di mesi, dopo la “cacciata” di Mariarita Sgarlata colpevole di aver costruito a casa sua una piscina non abusiva. Gerratana, allora semplice consigliere comunale del Comune di Rosolini, guarda un po’ i casi delle politica, diventa assessore proprio a ridosso delle “elezioni-bis”, dove il Pd renziano candida Cafeo. Sì, sempre lui, l’organizzatore dell’evento su Aristotele e Renzi.

A dire il vero, a misurarsi in quella folle minicompetizione elettorale c’era già un “eletto” del Pd: l’attuale assessore alla Formazione Bruno Marziano, che rischiava in quei giorni di dover abbandonare il seggio conquistato due anni prima, magari proprio a causa del sorpasso di Cafeo, per i quali i renziani avevano schierato i propri rappresentanti di punta. Marziano fa parte dell’altra “area” del Pd, quella riconducibile ai cosiddetti “cuperliani” rappresentanti dal segretario regionale Fausto Raciti e dall’attuale assessore all’Agricoltura Antonello Cracolici.

E infatti, già in quei giorni l’operazione Gerratana (un assessore al governo per lanciare la campagna elettorale di Cafeo) finì al centro delle cronache non solo politiche, ma anche giudiziarie. In una rovente conferenza stampa, infatti, proprio Marziano – allora presidente della commissione Attività produttive all’Ars – annunciò una denuncia nei confronti del presidente della Regione Rosario Crocetta per voto di scambio. “Gli articoli di stampa dimostrano – disse Marziano a Sala d’Ercole – come quella operazione abbia coinvolto Faraone, Garozzo e il mio ‘rivale’ Cafeo. La nomina dell’assessore Gerratana, – proseguiva Marziano – è un patto scellerato compiuto nelle stanze della presidenza. Finalizzato allo svuotamento della lista Megafono (perché il candidato di quella lista non va votato), e far confluire i voti al mio avversario (si usa la parola rivale solo se si usano mezzi leciti). Tutto questo per ‘togliersi dal giro’, un deputato del Megafono sgradito e un altro deputato che aveva la colpa di essere un cuperliano”.

Ma il governatore respinge questa tesi anche oggi: “Mi opposi in modo durissimo – riferisce all’Ansa – all’ingresso di Cafeo in giunta. La prima volta durante la formazione del governo bis: in quell’occasione fu Davide Faraone a farmi il nome di Cafeo per bilanciare la presenza in giunta di un altro siracusano, ma siccome sapevo dei legami di parentela che aveva con la famiglia Foti, puntai i piedi e alla fine decisi di nominare Maria Rita Sgarlata. Cafeo – prosegue Crocetta – mi fu riproposto per la seconda volta durante le trattative per il terzo governo, questa volta a farmi il suo nome fu Giancarlo Garozzo, delegato da Faraone alle trattative. Non cedetti e nominai il giovane Gerratana”. Certo, resta il dubbio sul perché proprio Gerratana, indicato comunque da Garozzo, appartenente allo stesso Pd siracusano di Cafeo. Ma tant’è. Crocetta lega chiaramente il nome di Cafeo a Davide Faraone. “Il vero rottamatore in Sicilia sono stato io. Solo io – conclude – Mi sono opposto ai gruppi di potere, salvando il governo e il Pd”. Come dire: da Aristotele a Crocetta.

La replica del sindaco Garozzo


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