PALERMO – Era l’ultimo a mancare all’appello. Oggi però anche il gruppo parlamentare del Pdl ha reso noti entità e voci del proprio “bilancio interno”. Un bilancio riferito, nello specifico, al periodo compreso tra il primo gennaio e il 25 settembre di quest’anno. E per questo intervallo di tempo, il gruppo degli “azzurri” ha ricevuto circa 1,9 milioni di euro. E ne ha spesi un po’ di meno: 1,77 milioni.
La maggior parte di quei soldi, come accaduto anche per gli altri partiti, sono stati utilizzati per pagare personale dipendente (23 persone, a fronte di 17 deputati del gruppo) e portaborse: oltre un milione di euro. Ai quali vanno aggiunti ulteriori seicentomila euro per il pagamento di contributi e trattenute. Per entrare un po’ nei dettagli di questo bilancio, lo “Storno contributo per l’esercizio parlamentare” (le indennità per i cosiddetti portaborse, insomma), ammonta a 448 mila euro. Oltre 512 mila euro, invece, sono serviti per garantire gli stipendi dei dipendenti, sia quelli stabilizzati (sono venti) sia quelli non stabilizzati (appena tre). Il pagamento dei contributi per questi lavoratori, invece, impegna una cifra di 647.743 euro. Insomma i dipendenti del gruppo Pdl (non consideriamo i portaborse, quindi) costano, al lordo, qualcosa come 5.500 euro a testa, che al netto delle ritenute si riducono a quasi 2.500 euro a testa. Per rimanere nell’ambito delle spese per il “personale”, in questi mesi il Pdl ha speso anche 6.618 euro per “compensi netti per collaborazioni a progetto”, mentre “pesano” quasi 53 mila euro gli oneri per “Fondo pensione, anticipazioni e accantonamento Tfr”. Oltre 17 mila euro sono serviti per pagare i consulenti del lavoro.
Le altre voci di spesa del gruppo Pdl riguardano ad esempio, l’unica vettura, a disposizione del capogruppo (è stato per tutta la legislatura Innocenzo Leontini, adesso candidato col Cantiere popolare). Il leasing di questa auto, una Mercedes di grossa cilindrata, è costato 13.500 euro in nove mesi. A questi costi, però, vanno aggiunti i 12 mila euro necessari per la voce “manutenzione” (assicurazione, bollo, meccanico e gommista).
A dire il vero, una delle voci generali del bilancio è quella che riguarda le “spese di funzionamento ex Gruppo An”. Una voce curiosa, visto che tutti i deputati azzurri, in realtà, sono stati eletti tra le fila del “Popolo della Libertà”, dove An era già confluito nel 2008. Gli “ex An”, in questa legislatura erano solo sei: il vicepresidente dell’Ars Santi Formica, il vicecapogruppo Salvo Pogliese e il presidente della Commissione attività produttive Salvino Caputo e i deputati Vincenzo Vinciullo, Giuseppe Buzzanca (poi dimessosi) e Marco Falcone. Sono loro, quindi, di fatto, ad amministrare una quota di quasi 53 mila euro in nove mesi. Anche in questo caso, non spesi interamente, visto che in cassa al momento sono rimasti circa 19 mila euro.