PALERMO – Dopo settimane di silenzio e attacchi da parte delle associazioni di categoria, l’assessore alla Mobilità Giusto Catania rompe il silenzio e tuona sulle pedonalizzazioni, prendendo di mira in particolare Confimprese e Confcommercio. “E’ assurdo dire che la crisi del commercio a Palermo sia frutto delle pedonalizzazioni nel centro storico – ha detto stamane a Radio Time, riferendosi ai dati forniti da Confimprese sugli effetti della pedonalizzazioni a piazza Sant’Anna – le associazioni di categoria dovrebbero fare delle analisi più serie e dire quante piccole imprese hanno chiuso i battenti negli ultimi 5 anni e cioè da quando a Palermo sono nati i centri commerciali. Probabilmente alcune associazioni hanno deciso di distogliere l’attenzione sulle cause reali della crisi del commercio in città, probabilmente perché Roberto Helg e Giovanni Felice sono stati i sostenitori della nascita dei centri commerciali”.
“Helg nel 2008 disse che ‘i centri commerciali sono un investimento per dare frutti negli anni e che i nostri associati come quelli di Confesercenti avranno una linea privilegiata per accedere al centro commerciale e delle condizioni più vantaggiose sui costi di affitto della galleria’. Ai tempi – ha detto Catania – il presidente regionale di Confesercenti era Giovanni Felice che nella stessa occasione spiegò che ‘all’interno della grande distribuzione le piccole imprese possono provare a aumentare il fatturato’. In realtà è successo che, solo nel 2011, esattamente un anno dopo l’apertura del Forum, hanno chiuso in città oltre 3 mila piccole imprese di artigiani e commercianti. La mia domanda è: quante altre realtà hanno dovuto chiudere per effetto dei centri commerciali e non per le pedonalizzazioni?”.
“Le mie dichiarazioni erano legate al fatto che le autorizzazioni commerciali del Forum risalgono al 2002, in quell’occasione abbiamo fatto un tentativo per consentire anche alle piccole imprese locali di entrare nel centro commerciale – ha replicato Felice – Giusto Catania ha perso ancora una volta un’occasione per tacere, perché i dati di Confimprese fanno riferimento allo scorso anno. Se Catania si decidesse a parlare dei rapporti tra isole pedonali e commercio forse riusciremmo a trovare una soluzione a vantaggio di tutti i commercianti del centro storico”.
“Credo che ognuno debba fare il proprio mestiere e che l’assessore Catania non conosca bene il mestiere del commerciante – commenta Helg – credo che il sindaco debba prendere in considerazione l’ipotesi di trasferirlo ad altro comparto e assegnare la delega alla Mobilità ad altri, perchè la viabilità incide sulle attività commerciali. Questo non è un piano di pedonalizzazioni, sembra un’iniziativa presa giorno per giorno con quattro amici al bar. Se ci sono tre centri commerciali a Palermo sono dell’idea che bisogna darne merito alle associazioni di categoria, tutte, e a Confcommercio e Confesercenti, per averle circoscritte appunto a tre. Siamo l’unica città in Italia ad averne così pochi. Invito l’assessore Catania ad andare a vedere quanti sono a Siracusa, a Catania e in altre parti del Paese. La crisi morde ma l’assessore Catania ce la sta mettendo tutta per fare in modo che aumentino le chiusure. L’attuale pedonalizzazione non fa bene al commercio nel centro storico”.
“Le pedonalizzazioni – controbatte Catania – non sono una mia scelta personale, ma sono contenute nel programma del sindaco e sono state attuate in ottemperanza a quello che prevede il Pgtu votato dal consiglio comunale. Un centro commerciale, dopo un anno, ha fatto chiudere 3mila piccole e medie aziende commerciali e artigianali, figuriamoci cosa è successo con tre centri commerciali moltiplicati per ogni anno”.