PALERMO – Il Consiglio di giustizia amministrativa accoglie il ricorso di Francesco Cangialosi, ex vice segretario generale dell’Assemblea regionale siciliana. Secondo i giudici, fu “illegittimamente collocato in quiescenza”. L’Ars è stata condannata al risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali.
Nel 2008, il Consiglio di presidenza, in deroga all’allora normativa vigente del regolamento del personale dell’Ars, aveva approvato una disposizione che permetteva all’amministrazione di risolvere il rapporto di lavoro e di mandare in pensione i dipendenti che avevano maturato 40 anni di servizio.
Requisito raggiunto da Cangialosi alla data del 31 dicembre 2008. Quest’ultimo, ritenendo illegittimo il pensionamento anticipato, ha fatto causa con il patrocinio degli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia. Secondo i legali, non era possibile applicare retroattivamente la disposizione.
La decisione dei giudici amministrativi
I giudici amministrativi avevano accolto un primo appello, ma l’Ars non ha disposto la riammissione in servizio. Da qui il nuovo ricorso. Il Cga gli ha dato ancora una volta ragione al dipendente, confermando l’illegittimità del provvedimento e disponendo il risarcimento dei danni patrimoniali.
La cifra ammonta alla differenza tra quanto percepito a titolo di pensione ed il trattamento retributivo che gli sarebbe spettato rimanendo in servizio. E poi ci sono i soldi per il danno all’immagine professionale e da perdita di chance. In ballo ci sono decine di migliaia di euro. La sentenza è del collegio presieduto da Ermanno De Francisco, giudice relatore Antimo Prosperi.