PALERMO- “Sono sereno”, così l’assessore Giuseppe Mattina, che tutti chiamano Peppe, ha raccontato a chi gli sta vicino il momento che sta passando e che gli ha suggerito le dimissioni. A chi lo chiama in cerca di delucidazioni risponde dopo molti squilli e non offre nessun approfondimento: “Ne riparleremo, per il momento non posso dire niente, se non che sono sereno”. Peppe è Peppe. Peppe non può avere fatto niente di male. Peppe è una persona perbene. Ed è sinonimo di correttezza l’avere lasciato l’incarico per una inchiesta: ecco il pensiero che si immagina scorra in chi lo conosce e ha sempre riscontrato in Giuseppe Mattina, detto appunto ‘Peppe’, un senso di attenzione verso gli ultimi.
Ma c’è un’inchiesta della magistratura con cui fare i conti di cui parliamo diffusamente qui. E ci sono le parole del sindaco Orlando che difende l’assessore: ““Nutro fiducia nella magistratura, nella convinzione che Giuseppe Mattina saprà chiarire e dimostrare la correttezza dei propri comportamenti”. Il successore designato è Cinzia Mantegna, assistente sociale, coordinatrice dei servizi sociali dell’assessorato, c’era già nel 1987, quando Palermo scoprì la tragica vicenda di Maricò Mazzola, massacrata a tre anni in un tugurio dalle parti della stazione centrale. Una persona di esperienza e perfettamente in grado di guidare la macchina.
Una delle recenti apparizioni ufficiali dell’ex assessore, un paio di settimane fa, quando ha presenziato alle prime vaccinazioni proprio per gli ultimi di Palermo. “Questa, forse, è la prima città italiana dove si vaccinano le persone senza fissa dimora – ha detto in quell’occasione -. Una forma di attenzione verso le persone fragili, che vivono per strada, in dormitori, strutture di accoglienza, ma anche una tutela per gli altri perché queste persone, appunto fragili, potrebbero ammalarsi e contagiare. Lavorando insieme raggiungiamo obiettivi importanti”. Parole in linea con una azione che è sempre apparsa instancabile. Mattina lascia. Proprio lui che diceva a chi gli chiedeva conto delle difficoltà della giunta: “Non abbandono la nave”, spiegando perché, a suo parere, la situazione non fosse così catastrofica. Ma ora, rispetto ad allora, c’è un’inchiesta in più.