Per chi suona l'antimafia? - Live Sicilia

Per chi suona l’antimafia?

Tra i candidati per Palazzo d'Orleans e tra i politici che li sostengono, non mancano "simboli" della lotta alla mafia. Che, spesso, però, finiscono per litigare tra loro. E intanto Massimo Russo ammette: "Voglio fare l'assessore di Crocetta".

VERSO LE REGIONALI
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PALERMO – “Basta con i predicatori dell’antimafia”, ha tuonato da Cefalù Nello Musumeci. Accanto a lui, il sindaco antimafia Rosario Crocetta che pochi giorni fa ha lanciato un invito a Fabio Granata (“col quale condivido i principi della lotta a Cosa nostra”), e Claudio Fava, che alla presentazione ufficiale della sua candidatura, a Palazzo dei Normanni, era accompagnato da Rita Borsellino e Nando Dalla Chiesa (due personalità politiche dal nome illustre, parenti, come il candidato di Sel, di vittime di Cosa Nostra) e di Leoluca Orlando. Il sindaco, per intenderci, contro il quale si indirizzarono gli strali di Leonardo Sciascia, nel celebre articolo sui professionisti dell’antimafia (altro obiettivo di quell’articolo, è bene ricordarlo, fu proprio Paolo Borsellino, in occasione della sua nomina a procuratore capo a Marsala).

Insomma, di fronte al rinnovamento annunciato, al sicilianismo imperante, alle candidature che nascono dal basso, o addirittura su Facebook, la politica siciliana si avvicina alle prossime elezioni regionali, girando ancora una volta attorno allo stesso tema. Sempre quello. La mafia, l’antimafia. E come potrebbe essere altrimenti? Chiederebbe qualcuno, visti i problemi degli ultimi due governatori? Cuffaro in carcere e Lombardo indagato. Entrambi, appunto, per questioni di mafia.

Già, la questione è sempre viva, vivissima. Antimafia e politica si rimandano, si chiamano. E finiscono per confondersi. Al punto da non distinguere chi è più “antimafia” e chi lo è meno.

Hanno litigato, e a lungo, Claudio Fava e Rosario Crocetta. Se le sono suonate di santa ragione, l’uno chiedendo lumi sulle spese elettorali e sulle “amicizie editoriali” con Mario Ciancio, l’altro ricordando chiamando in causa i bonifici versati da Mediaset al figlio del giornalista Beppe, ucciso dalla mafia.

E come se non bastasse, ecco spuntare nella mischia Massimo Russo. Il pm antimafia doveva essere il candidato a Palazzo d’Orleans, grazie all’investitura del governatore indagato per mafia. Che gli ha preferito, alla fine, Gianfranco Micciché: “Che non ha mai voluto – ha sottolineato Russo – prendere le distanze da Dell’Utri”. Già. Adesso Massimo Russo, dalle pagine di Repubblica annuncia la volontà di dare il suo apporto al sindaco antimafia Crocetta. Da sempre vicino ad un’altra icona recente della lotta a Cosa Nostra come Beppe Lumia. “Ma voglio fare l’assessore”, ha detto Russo. Suscitando la reazione dei miccicheiani, rappresentati da Michele Cimino: “Mi chiedo perché per fare politica, carriera nobile e difficile, qualcuno si butti nella mischia senza neppure sapere l’abc di questa arte antica. Questa – prosegue – è una delle riflessioni che mi viene spontanea dopo aver letto le dichiarazioni di Massimo Russo, sicuramente ottimo magistrato ma come lui stesso afferma ingenuo e senza esperienza politica,usato ed ingannato da Lombardo”.

Già, Lombardo. Il governatore, che, stando alle sue dichiarazioni ha fatto di più nella lotta alla mafia in Sicilia. Un’azione simboleggiata dalla presenza in giunta di Caterina Chinnici, Giosuè Marino, Massimo Russo, appunto. Che adesso dice: “Lombardo mi ha ingannato, ha bruciato il mio nome. Non lo perdono”.

E un nome che rischiava di bruciarsi era quello del pm Antonio Ingroia. Dato a lungo come possibile candidato alla presidenza per Idv. Non se n’è fatto nulla. Ma questo non significa che il magistrato abbia rinunciato all’idea di fare politica. Almeno stando alle dichiarazioni rese ieri a Padova: “Con molti del Pd – ha detto – la pensiamo allo stesso modo sul tema della lotta alla mafia. Con altri esponenti di altre parti politiche non posso dire la stessa cosa”. Circa l’ipotesi di una sua candidatura alle prossime elezioni politiche il procuratore antimafia non ha chiuso la porta: “E’ troppo presto per parlare di queste cose – ha chiarito Ingroia – intanto io continuo a fare il mio lavoro. Poi si vedrà”. Ma qualcuno già non è d’accordo, Pierferdinando Casini: “Non ci servono magistrati protagonisti”, ha detto il leader di un Udc che sta provando a mettere alle spalle, in Sicilia, l’esperienza cuffariana, insistendo sui valore della legalità e, appunto, dell’antimafia.

Nel frattempo, in Sicilia Lombardo correrà contro il pm antimafia Russo, che sosterrà il sindaco antimafia Crocetta (appoggiato da Beppe Lumia), che litiga quotidianamente con Claudio Fava (e quindi con Rita Borsellino, e Nando Dalla Chiesa). Sullo sfondo, Nello Musumeci che “dei predicatori dell’antimafia” non ne più. Già, ma l’antimafia, oggi, da quale parte sta?


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