Per favore, non chiamatelo Lombardo-bis, non scomodate Milazzo, non pensate che durerà troppo a lungo. Il nuovo (?) governo è un governicchio dato in dote al Governatore per tentare di strappare quel 4% di sopravvivenza al prossimo week-end elettorale. Mai tanta visibilità è stata riservata a Lombardo dall’inizio della sua avventura a Palazzo d’Orleans: Ballarò, Porta a porta, Omnibus, le copertine dei tg e quelle dei quotidiani nazionali. Già, la mossa del presidente è stata temeraria ma ha raccolto i frutti sperati. Ha sparigliato le carte a pochi giorni dal voto, ha ridato fiato alle trombe di Gianfranco Miccichè, rivoluzionario che si è preso una piccola rivincita dopo la sua autocandidatura a governatore bocciata dal Cavaliere, ha fatto salire le quotazioni del Mpa stringendo all’angolo l’Udc dell’acerrimo nemico Cuffaro. In meno di una settimana non è roba da poco.
Il verdetto finale, però, lascia un po’ a desiderare. Non c’è la giunta di altissimo spessore evocata da Lombardo all’atto del suo azzeramento, vengono ricompensati gli uomini che non hanno “tradito” (Bufardeci, Cimino, Gentile, Di Mauro, Sorbello), esautorati quelli che si erano messi di traverso, fatti entrare quei pochi che se la sono sentita di far parte di un governo balneare che da qui a qualche giorno potrebbe già naufragare. Forse lo hanno capito i “milanesi” Rampello e Puglisi che si sono tirati fuori, forse è stato costretto (più dalla sua coscienza) Giovanni Ilarda che però lascia spazio ad un altro pezzetto di magistratura (la Chinnici che va ad affiancare Russo). Gli altri “tecnici” sono Marco Venturi, presidente della piccola industria di Confindustria e l’amministrativista Gaetano Armao, già pluriconsulente nel governo Cuffaro. Basta così . Un governo senza Udc, senza i pidiellini dissidenti, con l’avvertimento in capo del vertice dei berlusconiani, che accusa Lombardo di “furbizie” e si dice pronto a cacciare chi ha deciso di mantenere la poltrona.
Minacce che non spaventano Lombardo. Quelle caselle rimaste vuote (con le pesanti deleghe ad Agricoltura e Lavoro) sono preziosa merce di scambio subito dopo le Europee, e vedrete che la tregua col Pdl ci sarà, con buona pace dell’Udc, rimasta la sola, vera, forza d’opposizione in un Palazzo dei Normanni che, statene certi, diventerà fortino di mille dispute.
E qui s’innesta l’ultima riflessione. Ne valeva la pena? Valeva davvero la pena azzerare tutto e bloccare una macchina amministrativa che già di suo non sembrava così efficiente? Il nuovo governo si porterà dietro nuovi capi di gabinetto, nuovi burocrati, ciascuno col proprio staff, ciascuno con le proprie idee. Ci aspettano altre settimane di immobilismo, nuove opportunità, soprattutto in tema di reperimento di risorse europee, che inevitabilmente si perderanno. E’ il prezzo, salatissimo, che si paga ad ogni rivoluzione. Pagarlo per una guerra che somiglia più ad uno sfizio è l’ennesima beffa per i siciliani.