Crocetta-bis al palo| I paletti di Articolo 4 - Live Sicilia

Crocetta-bis al palo| I paletti di Articolo 4

Ancora non assegnate le deleghe. Ma la squadra potrebbe cambiare. Il partito di Leanza potrebbe infatti recuperare Cartabellotta. Ma l'Udc reclama l'Agricoltura. Ecco le tre proposte al vaglio del presidente per chiudere l'intesa.

PALERMO – Ogni giorno ha la sua pena per Rosario Crocetta. Ancora da digerire l’esclusione dalla lista delle Europee dell’amico Beppe Lumia, per il governatore oggi è un’altra giornata di lavoro per trovare la complicatissima quadra nel suo nuovo governo. Per il quale i giochi sembrano tutt’altro che chiusi. Oggi qualche giornale scriveva che prima ancora di battezzare il Crocetta-bis si sta preparando di già un Crocetta-ter. Questo perché l’accordo con i partner della coalizione non c’è. E lo scoglio principale resta quello legato ad Articolo 4, il partito di Lino Leanza.

Una trattativa lunga e delicata quella tra il governatore e Leanza, nella quale si inserisce anche il possibile ripescaggio di Dario Cartabellotta, reclamato a gran voce dalle categorie produttive dell’agricoltura. Scartato dall’Udc, il dirigente regionale potrebbe tornare in gioco se indossasse la maglia di Articolo 4, con cui sarebbe già aperta un’interlocuzione. L’ambitissimo assessorato all’agricoltura – tradizionale granaio elettorale – però è stato “promesso” da Crocetta all’Udc, che intende piazzare in viale Regione siciliana Patrizia Valenti. Tra il dire e il fare c’è di mezzo Leanza. Il filo diretto tra il governatore e il leader di Articolo 4 è costante: “Devi capire, Rosario, che noi siamo un partito vero. Che ti è stato leale. E che oggi, con il Pd spaccato a metà è all’Ars il primo partito della coalizione”, raccontano abbia detto a Crocetta Leanza. Che al governatore offre una triplice possibilità: o piazzare Ezechia Reale all’agricoltura, o aggiungere a Reale un altro assessore (pare una donna) di Articolo 4, con qualsiasi destinazione, o adottare Cartabellotta all’agricoltura affiancandolo però a Reale, sul quale Articolo 4 non vuole accettare veti. “Stiamo costruendo un partito vero, che guarda a cose concrete da fare per la Sicilia, non possiamo accettare che altri scelgano i nomi per noi”, sussurra un esponente di Articolo 4.

E così la trattativa va avanti, con Cartabellotta che spera ancora, cercando sponde nella maggioranza. Ma per accontentare Articolo 4 con un altro assessore, Crocetta dovrebbe mandare a casa da subito uno degli altri componenti della giunta. Nelli Scilabra, ad esempio, da candidata alle Europee potrebbe uscire di scena, in ossequio al principio generale dettato proprio dal governatore (allora si parlava di esponenti dell’Udc) che non vuole assessori-candidati. Altra pedina di scambio potrebbe essere Mariarita Sgarlata, ma solo se Reale uscirà di scena, visto il “marcamento a uomo” richiesto dal Pd siracusano. Ma c’è anche chi racconta che alla fine Crocetta potrebbe sacrificare Michela Stancheris, visto che il suo Megafono in giunta è già rappresentato da Calleri. Sullo sfondo resta il complicato rapporto tra il governatore e i cuperliani del Pd, con i quali, dopo lo scontro di ieri in direzione nazionale, per il momento sembra difficile una ricomposizione.

Sarà comunque l’assessorato all’Agricoltura lo snodo cruciale della partita. L’Udc non intende mollare. Ma qualcuno fa notare che con l’assessorato in mano ai centristi, Giuseppe Castiglione al ministero e Giovanni La Via al Parlamento europeo, il comparto agricolo siciliano con tutto il suo corposo patrimonio di voti diventerebbe appannaggio esclusivo della lista di centrodestra Ncd-Udc.

Come se non bastasse, nel partito di Casini è esplosa una fronda con quattro deputati (su otto) contro D’Alia, pronti a ritirare il sostegno al governo. Quattro più i nove cuperliani del Pd, tredici voti in meno all’Ars per Crocetta. “E’ il primo rimpasto della storia che serve per perdere deputati invece che per guadagnarne”, osserva un big della coalizione.

La spaccatura interna all’Udc potrebbe mutare il quadro relativo all’Agricoltura: i deputati frondisti vengono dall’area del partito in passato vicina a Cuffaro e non a D’Alia. Che poi è la stessa area politica di riferimento di Dario Cartabellotta.

Intanto il tempo passa, e le emergenze aspettano. “Se tutto va bene e già oggi si riesce a chiudere, la manovra correttiva comunque non sarà votata prima dell’inizio di maggio, sempre che le Europee non facciano ritardare ulteriormente”, calcola preoccupato un deputato esperto della maggioranza. “Si sono spaccati i partiti, si sono spaccati i gruppi parlamentari, si è determinata un ‘tutti contro tutti’ e questo non fa presagire nulla di buono in una fase drammatica per la Sicilia”, ha osservato oggi un amareggiato Antonello Cracolici.


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