Per vivere meglio serve un mondiale - Live Sicilia

Per vivere meglio serve un mondiale

A sinistra del Sudafrica
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“Non ricordo di aver mai letto dei motivi profondi che ci portano ad amare una città più di altre e, non di rado, a scapito di altre (…) credo che l’amore per una città sia fatto di cose infime, di ragioni oscure, una strada, una fontana, un’ombra. All’interno della grande città di tutti c’è la città piccola in cui realmente viviamo”.
Il grande José Saramago, che voglio ricordare con commozione, spiega la ragione profonda che spinge i palermitani ad amare questa città malgrado i suoi amministratori, la sua classe politica, i manager, i rifiuti e l’olezzo per strada, il traffico impazzito, i mafiosi e i morti ammazzati.
Bisogna solo cercarla la nostra piccola città all’interno di Palermo. Se questo concetto si estendesse a livello nazionale? Perché continuare ad amare un Paese in cui fare il proprio lavoro rischia di essere eversivo; il primo ministro, invece di occuparsi del bene collettivo, si occupa di sé, dei suoi interessi e delle sue aziende; la scuola e la cultura sono il bersaglio di un attacco degno di Goebbels; i nostri militari vengono attaccati ogni giorno in una guerra che si continua a chiamare “missione di pace”; un tangentista diventa ministro e così non potrà più essere processato a causa di una strana legge di impunità che porta il nome di un ministro dalla faccia pulita; il padre spirituale della classe dirigente del Paese, elogiato in tante occasioni pubbliche dal primo ministro, è accusato di molestie sessuali; il manager della più grande azienda del Paese che, col suo bel maglioncino casual, dopo aver conquistato i favori della sinistra e dei sindacati sceglie di sterminare i diritti dei lavoratori conquistando applausi e consensi… perché si dovrebbe amare questo Paese? Dov’è la nostra piccola Italia in questo marasma vomitevole?
Silenzio, ci sono i Mondiali… non sono ammesse distrazioni che possano far mancare il sostegno ai nostri eroi che devono affrontare la Nuova Zelanda nella seconda e decisiva sfida per superare il turno. Non possiamo imitare la pessima figura che stanno facendo tutte le grandi d’Europa: i calciatori francesi stanno già facendo le valigie; Spagna e Germania sono state sconfitte da Svizzera e Serbia; l’Inghilterra non riesce a vincere neanche giocando contro l’Algeria. Il calcio è il nuovo oppio dei popoli, parafrasando un barbuto filosofo ottocentesco, ed infatti la catastrofica crisi economica della Grecia è stata cancellata, dal senso comune di massa, grazie ad una preziosa vittoria , in rimonta, contro la Nigeria.
Dobbiamo essere grati al mondiale di calcio che sta aiutando gli italiani a vivere meglio: al diavolo la crisi economica, la depressione dei consumi, la legge sulle intercettazioni, la condanna di Gianni De Gennaro per le violenze ai manifestanti contro il G8 di Genova (roba vecchia di quasi dieci anni fa!), le tangenti della cricca sugli appalti del G8 dell’anno scorso… il Paese ha già cose tristi di cui parlare: l’infortunio di Pirlo e l’ernia di Buffon hanno monopolizzato l’informazione del Paese.
Non è un’operazione nuova: qualche anno un tale signor Videla, italiano d’origine argentino di passaporto, annichilì il suo Paese con una grande vittoria ai Mondiali della sua nazionale di calcio mentre si nascondevano i grandi crimini della sua dittatura sanguinaria.
Non siano al regime, per carità… i problemi in Italia ci sono, ma la questione più grave è che i Mondiali si giocano ogni quattro anni.


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