Caro direttore,
Si racconta che un Ministro siciliano della Democrazia Cristiana di tanti anni fa quando incontrava per strada un suo conoscente che non lo salutava gli rivolgeva questa domanda: Perché mi tratti male? Ti ho fatto per caso qualche favore?
Direttore, che le posso dire? Questa è la vita e c’è chi nella maturità dopo ampie riflessioni (si dice così) si rende conto di avere sbagliato tutto e che il suo posto è altrove.
Non c’è niente di male ma, me lo lasci dire, Ciccio Scoma a sinistra è davvero esilarante. Questa non dovevano proprio farmela. Quando ho visto la foto sul giornale mi sono sentito male, per quanto ridevo, ovviamente. Scoma, Faraone e Renzi. Ma, io dico direttore, questa mania di farsi immediatamente la foto. Aspettate un momento, no? Fatela tra qualche giorno. Fateci abituare. No, niente, non resistono, come quando Misuraca passò al PD e si fece immortalare accanto a Leoluca Orlando.
Piccoli Misuraca crescono e come si usa dire: per primi se ne vanno sempre i migliori.
Scusi direttore, ma adesso è prima o dopo?
Non so più raccapezzarmi. Mi sono posto anche qualche domanda.
Pensavo, per esempio, come sarà compatibile il soprannome, con cui Gianfranco Miccichè amava chiamare S coma, con il nome del partito Italia “viva” a cui il buon Ciccio ha aderito.
Certo, quelli di Italia “viva” non potevano saperlo.
Io però, al contrario di Gianfranco, di Scoma ne ho sempre avuto grande considerazione e fra le tante cose gli feci fare pure il vice Sindaco. Per carità, direttore, Gianfranco è un burlone, la consideri niente di più che una monelleria.
Direttore, lei mi chiederà, ma come mai Gianfranco Miccichè gli ha dato un così rilevante credito tanto da metterlo a rappresentare il partito da capolista se aveva di lui quella considerazione?
Miccichè è sempre stato capace di tutto, come ho spesso detto; è capace di tutto e del contrario di tutto. È uno, nessuno e centomila. Qual era quando lo chiamava affettuosamente, ma devo dire in maniera irriguardosa, con quel nomignolo e qual era quando invece lo ha messo capolista? Vai a capirlo.
Io stesso, che con un po’ di presunzione mi considero un miccicologo, non saprei proprio dare una risposta. Ci deve essere una ragione. Io non la comprendo ed è un mio limite, ma loro hanno sempre una ragione. Una ragione l’avrà anche Scoma, ritengo, e sarà sicuramente una ragione ideale, come quella che aveva Romani quando abbandonò Berlusconi. Dopo avere ricevuto tutto, è quell’ultima cosa che non hanno potuto avere che li fa andare in bestia. Scoma è andato via sbattendo la porta e urlando egoista in faccia a Miccichè, che, come dicevo, è tutto ma, se c’è una cosa che in politica non è mai stato, è proprio egoista. Però ha detto: rimarrò sempre grato a Berlusconi. Direttore, in che senso? Che avrà inteso dire? Ho sentito i più disparati commenti anche di esponenti di Forza Italia, vecchi (questi li conosco bene, ingrati e senza un voto) e nuovi che, a torto od a ragione, hanno motivi di risentimento nei confronti di Miccichè ma fare passare Scoma per vittima ed eroe dell’abbandono non me la sento. Ha ragione il mio amico Gabriele che dice che nessuna buona azione rimane impunita.
Io non so cosa abbia spinto Scoma a fare questa scelta, so però con certezza, conoscendo il pollo, che riguarda qualcosa che ha a che fare con la nobiltà della politica ed il suo spirito libero e rivoluzionario che hanno animato il suo travaglio culturale in tutti questi anni.
Forza Italia perde un altro pezzo che va a sinistra. Per Ciccio Scoma è l’approdo naturale, è uno di quelli che ha sempre avuto la sinistra nel sangue, solo però che per capire cosa è a destra e cosa è a sinistra deve prima guardare dove porta l’orologio.
È la fine di Forza Italia? Macché, forse è la volta che invece si salva.
Per primi se ne vanno sempre i migliori?
Si, per primi.