Perché quella 'voglia di minoranza' è meglio della semplice opposizione

Perché quella ‘voglia di minoranza’ è meglio della semplice opposizione

Perché non provare a scambiare le parole?

Magari serve. Gli uomini politici e i giornalisti potrebbero prendere un’iniziativa che, magari, potrebbe essere d’esempio e diffondersi.

In Italia accade che chi vince le elezioni giacché ottiene la maggioranza dei voti poi, nelle cronache quotidiane, continui a chiamarsi maggioranza. Chi le perde, invece, ottiene la minoranza dei voti, ma poi molto raramente sarà chiamata così. Il suo nome sarà: opposizione. Ed è un’occasione perduta, buttata al vento. A parte la superficialità semantica, quindi di significato, che non contrappone ad un termine – maggioranza – il suo opposto, cioè minoranza, si verifica anche un calo di rappresentatività di quest’ultima.

Vediamo: l’opposizione che conosciamo è quella schiera di rappresentanti politici che tenta di ostacolare con gli argomenti e con il voto in aula le iniziative della maggioranza. Ma, a parte gli argomenti contrari e le silenziose proposte depositate e raramente all’attenzione dei più, l’attività dell’opposizione è prevalentemente quella che prova a rendere difficile il cammino assembleare della maggioranza.

E’, cioè, l’attività che mira a depotenziare l’avversario con l’obiettivo di renderlo poco stimabile e credibile e quindi, un giorno, meno votato e così sostituirlo nella titolarità del potere.

In verità le cose dovrebbero avere una qualità maggiore. Infatti, se la componente minoritaria per esistere in aula, accanto al “parer contrario” espresso contro la componente maggioritaria, sentisse il dovere non più elettorale, ma di merito, di sostanza, di tipo di proposta, di dare voce propositiva a chi l’ha votata , cioè la voce e le proposte della minoranza, questa – chiamata di solito e propagandisticamente opposizione – susciterebbe più attenzione, più rispetto.

Essa non sarebbe la voce dei perdenti che, visto che si propongono come oppositori dei vincenti, non meritano ascolto da questi, ma, da minoranza, sarebbe la voce da tenere in rispettoso conto come quella di chiunque formuli una proposta. Voglia di minoranza, dunque. Per sentirne più autentica e credibile la voce.


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