Le carte dei legali di Ciancio | Gli amici dei soci dell'editore - Live Sicilia

Le carte dei legali di Ciancio | Gli amici dei soci dell’editore

Dai simpatizzanti di Grillo ai paladini dell'antimafia, passando per decine e decine di magistrati, elencati come “amici” dei soci di Ciancio dai suoi difensori. Per dimostrare che l'editore, nell'affare Icom al centro dell'inchiesta per mafia della Procura di Catania, aveva un entourage al di sopra di ogni sospetto. Tutti i nomi e le cariche.

CATANIA – C’è un volto segreto, che grazie agli atti depositati del processo a Mario Ciancio, accusato di concorso esterno all’associazione mafiosa, è possibile conoscere del potente editore catanese. Sono le relazioni, elencate dai suoi difensori, che dimostrerebbero come alcuni soci di Ciancio, nel più grande affare conteso da Cosa Nostra, sarebbero al di sopra di ogni sospetto, in rapporti strettissimi e accuratamente ricostruiti, con i vertici delle principali procure siciliane. Un elenco sterminato che comprende magistrati, professoroni e anche semplici “simpatizzanti” di Sonia Alfano e Beppe Grillo. Paladini della legalità e dell’antimafia siciliana.

L’AFFARE ICOM – Ciancio è coinvolto in quanto proprietario dei terreni, che avrebbe assicurato, ad alcuni interlocutori anche in odor di mafia, tutte le autorizzazioni necessarie per la realizzazione di un grande centro commerciale. A realizzare il movimento terra, dopo che Ciancio e i suoi soci hanno venduto le quote, è stata l’impresa di Vincenzo Basilotta, arrestato nel 2005 e di recente scomparso. I soldi del pizzo sarebbero stati destinati al pagamento della campagna elettorale di Raffaele Lombardo. Ciancio si sarebbe interessato, alla risoluzione dei problemi burocratici con il Comune di Catania, anche dopo la cessione delle proprie quote al gruppo Auchan – Rinascente. Elementi che fanno parte del sistema di presunte complicità tra mafia, imprenditoria e politica descritto nella sentenza di condanna dell’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo.

IL CONTRATTACCO DI CIANCIO. I difensori di Ciancio hanno depositato un’analisi di coloro che sono stati i soci dell’editore etneo nell’operazione che ha portato alla realizzazione del centro commerciale finito nel mirino di Cosa Nostra e della magistratura. Sono tutti estranei all’indagine che vede Ciancio imputato di concorso esterno. L’elenco inizia con l’avvocato Luigi Mellina, “già assistente del professore Andrea Arena – scrivono i legali di Ciancio – prestigioso docente di diritto commerciale dell’Università di Palermo, dopo essere andato in funzione ha ripreso la professione di avvocato. Va aggiunto che egli è amico fin dall’infanzia dell’ex Procuratore della Repubblica di Palermo, Messineo, suo compagno di scuola e di studi”.

I legali parlano di Donato Didonna, socio della Icom, impresa impegnata nella realizzazione del centro commerciale Icom. “Barese ma palermitano d’adozione sin dal periodo universitario durante il quale ha diretto la Residenza universitaria Segesta, la cui direzione spirituale è affidata all’Opus Dei…Di Donna ha svolto la professione di consulente finanziario per il gruppo Imi e poi per la Ing bank, ha sposato Stefania Petyx, inviata di Striscia la Notizia e autrice di inchieste sul malcostume politico. E’ stato -aggiungono i legali di Ciancio- tra i primi pubblici sostenitori dei giovani di Addio Pizzo e promotore di cooperative di lavoro giovanili. E’ simpatizzante del movimento di Beppe Grillo e amico di Sonia Alfano, figlia di vittima della mafia e deputato europeo dell’Idv. Suo vecchio amico è altresì un magistrato in servizio a Catania, Felice Lima”.

Il maggiore socio della Insular Consulting Srl, che è stato in contatto con Ciancio, è Vincenzo Viola, sottolineano i legali dell’editore, già europarlamentare del PattoSegni… per sette anni consigliere d’amministrazione del Banco di Sicilia, “cugino -sottolineano i legali di Ciancio- di primo grado di Marcello Viola, uno dei magistrati di punta della Dda di Palermo, è cugino di secondo grado di Ettore Criscuoli, già presidente della Corte d’Appello di Caltanissetta, prima, e di Genova poi, fino al suo pensionamento avvenuto pochi mesi fa. Fra i suoi amici – insistono i legali dell’editore imputato di concorso esterno – vi sono numerosi magistrati, tra questi, per citarne alcuni, Antonio Ardito, presidente della sezione Lavoro del Tribunale di Palermo, Giuseppe Ajala, Giovanni Ilarda, oggi in servizio presso l’ispettorato del Ministero, Rino Ferrotti, procuratore della Repubblica di Enna, Sergio Lari, procuratore di Caltanissetta, Ignazio Defrancisci, procuratore aggiunto di Palermo, Roberto Piscitello, già alla Dda di Trapani, oggi vice capo di Gabinetto del ministro Alfano, Paolo Giudici, primo marito della moglie Loredana Leone e padre di Maria Giulia, che vive con Viola, già aggiunto vicario di Piero Grasso ed oggi sostituto procuratore generale a Palermo. E’ infine caro amico di Michele Costa, figlio del Procuratore ucciso dalla mafia, della signora Maria Leotta, vedova del commissario Boris Giuliano e della famiglia Mattarella”.

A chiudere l’elenco Gianfranco Vizzini, altro socio di Ciancio, fratello del senatore Carlo Vizzini “noto -scrivono i legali di Ciancio- per essere uno dei parlamentari che, con continuità e pubblicamente, si è più volte schierato a sostegno dei magistrati impegnati nella lotta alla mafia” e Tommaso Mercadante, commercialista palermitano figlio di Giovanni Mercadante, quest’ultimo ritenuto dalla magistratura uomo vicino a Bernardo Provenzano e condannato a 10 anni e 8 mesi di reclusione.


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