PALERMO – L’aggressione ci fu, ma ci fu anche, e soprattutto, la calunnia. La Cassazione scrive la parola fine su una storia che nove anni fa fece scalpore. Un giovane avvocato, Miro La Grutta, denunciò di essere stato picchiato selvaggiamente in strada per un banale alterco. Raccontò di essere stato malmenato a tal punto che fu necessario asportargli la milza. Ed invece, l’alterco ci fu, ma La Grutta rimediò solo qualche escoriazione al volto, tentando poi di fare ricadere sull’imprenditore Giuseppe Basile la colpa per i danni, ben più gravi, rimediati altrove.
La lite fra i due automobilisti avvenne nel 2005 in via Cesareo. In primo grado Basile fu assolto dall’aggressione e La Grutta condannato a due anni e mezzo per calunnia. In appello la condanna andò prescritta. I giudici di secondo stabilirono, però, che, nonostante la Procura generale non avesse fatto appello contro l’assoluzione di Basile, La Grutta potesse fare valere le sue ragioni in un giudizio civile.
La Cassazione ha confermato la sentenza, compreso il risarcimento danni per 40 mila euro che spetta a Basile, assistito dagli avvocati Fabrizio Bellavista e Giovanni Rizzuti. Soldi che La Grutta, difeso dall’avvocato Loredana Lo Cascio, al momento non intende pagare visto che “è pendente un giudizio civile ”. Per la cronaca, La Grutta deve anche sborsare diecimila in favore di Salvatore Aiello, il medico del pronto soccorso dell’ospedale Villa Sofia che con la sua testimonianza mandò in aria il suo piano. E cioè, dare la colpa a Basile per le lesioni che, invece, si era procurato cadendo mentre faceva surf.
