Piano Giovani, scontri e nervi tesi | Ma le domande sono senza risposta - Live Sicilia

Piano Giovani, scontri e nervi tesi | Ma le domande sono senza risposta

Una giornata vissuta con l'adrenalina a mille, ma alla fine nessuna decisione sul flop day nè sui tirocini della sessione di luglio. E questi non sono gli unici punti rimasti in sospeso.

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PALERMO – Sei ore – svenimento del presidente compreso – di audizione in Commissione Lavoro. Ma sul Piano Giovani, alla fine, cosa è stato deciso? Praticamente nulla. Nessuna decisione sul flop day del 5 agosto (si rifaranno le selezioni e quando?), nessuna decisione sul salvare o meno la finestra precedente di luglio (resteranno validi gli 800 incroci fra tirocinanti e aziende?). Lo scontro è stato tutto politico, fra due donne sull’orlo di una crisi di nervi e i commissari più interessati al rimpasto che al futuro del progetto.

Eppure le domande sul flop day del 5 agosto qualcuno, dopo quelle lanciate da LiveSicilia, le ha pure poste. E sono rimaste lì, a galleggiare fino a mercoledì prossimo, quando Greco e Co. torneranno a riunirsi per tirare le somme dello scontro all’arma bianca, e decideranno se sacrificare l’assessora o la dirigente. O magari tutte e due.

Perché è vero che la Corsello ha praticamente scaricato la colpa di tutto sulla Scilabra, accusandola in sintesi di averle imposto l’affidamento a Italia Lavoro, società i  cui docenti hanno dimostrato “un’approssimativa preparazione”. La Corsello a ruota libera ha parlato di “ignobile gara di velocità”, ha lanciato il sospetto che dietro l’affidamento alla società ci fosse un giro di consulenti esterni da retribuire con quasi 3 milioni, ha concluso raccontando di “un’indelebile pagina di storia di raro squallore”. Fatto sta, però, che su tutti gli atti c’è la sua firma. E non può dire oggi che non era d’accordo nell’affidare i servizi a Italia Lavoro: perchè ha firmato i decreti se non condivideva quest’impostazione?

Non sono le uniche domande rimaste senza risposta. Il deputato Falcone vuole sapere come sia possibile che il Formez, altro ente coinvolto nella fallimentare gestione del progetto (insieme a Italia Lavoro e Sviluppo Italia Sicilia), avrebbe firmato la convenzione con la Regione prima che il Piano Giovani fosse stato deliberato. Panarello si chiede perchè non siano stati utilizzati i lavoratori dei Centri per l’Impiego invece che gli esterni di Italia Lavoro. Musumeci vuole sapere se la legge anti-corruzione in questa procedura sia stata rispettata. La grillina Ciancio chiede: “Quando avete saputo che Italia Lavoro non poteva gestire la piattaforma informatica? E perchè siete andati avanti lo stesso?”. Già, perché?

Infine Cracolici, che ipotizza già possibili danni erariali. e Musumeci e Cascio che mettono le mani avanti e chiedono di sentire in commissione anche i vertici di Italia Lavoro “per sentire la loro versione”. Accuse incrociate, sospetti e veleni che hanno trasformato il Piano  Giovani in un Monopoli dove si torna sempre alla casella del via. Perchè nessuno sta vincendo questa partita. Meno che mai i giovani siciliani.


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