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Piano regolatore regionale |Il Tar smentisce il Comune

Il Tribunale amministrativo regionale ha accolto l'istanza cautelare dell'Autorità portuale di Palermo che ha impugnato la delibera di revoca, adottata dal Consiglio comunale lo scorso 19 giugno, sospendendone l'efficacia.

ACCOLTO IL RICORSO DELL'AUTORITA' PORTUALE
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PALERMO – Il Piano regolatore del porto di Palermo andrà avanti, che a Sala delle Lapidi piaccia o no. Una nota dell’Autorità portuale ha infatti reso noto che il Tar ha sospeso l’efficacia della revoca in autotutela dell’intesa al Prp da parte del consiglio comunale, avvenuta lo scorso 19 giugno. Un colpo di scena che riporta d’attualità lo scontro all’arma bianca fra il presidente dell’Autorità, Antonio Bevilacqua, e piazza Pretoria e che si contendono da anni i porticcioli turistici e i relativi fondi.

Una questione non da poco, che è diventata uno dei cavalli di battaglia del Professore che già alla conferenza stampa di presentazione della giunta, all’indomani della vittoria al ballottaggio, aveva annunciato l’intenzione di Palazzo delle Aquile di ritornare in possesso di quei porticcioli che invece il predecessore Diego Cammarata aveva preferito lasciare all’Autorità portuale. Porticcioli che, secondo il primo cittadino, varrebbero 90 milioni di euro di finanziamenti.

Un annuncio seguito da una lettera di Orlando al ministero, inviata a giugno, che aveva mandato nel panico il vecchio consiglio comunale, quello eletto nel 2007, che nel novembre del 2011 aveva invece dato il via libera all’intesa sul Piano regolatore del porto che sanciva, appunto, la cessione dei porticcioli. E i vecchi inquilini di Sala delle Lapidi, temendo il danno erariale e ben più gravi conseguenze, hanno revocato l’atto in autotutela per la gioia di molti, Orlando in primis, mettendo sotto accusa i pareri degli uffici che si erano basati proprio su due lettere di Cammarata.

Bevilacqua ha però fatto ricorso al Tar, che in via cautelativa ha deciso di sospendere la decisione del consiglio comunale in attesa di entrare nel merito della vicenda, cosa che farà nell’ottobre del 2013. Nel frattempo, il Prp continuerà il suo corso sulla base dell’intesa data da piazza Pretoria lo scorso novembre dopo oltre tre anni di attesa. E questo perché secondo i giudici amministrativi la revoca mancherebbe di un’adeguata motivazione e sarebbe “incentrata sull’accostamento della trascrizione di estratti di atti di varia natura senza indicazione adeguatamente comprensibile di ragioni specifiche, che giustificano il ritiro di un atto precedente”.

Inoltre, secondo il Tar, il decreto ministeriale del 22 novembre del 2005, ovvero quello che individuava i confini dell’area deminiale, comprendendo anche i porticcioli dell’Acquasanta, dell’Arenella e di Sant’Erasmo, sarebbe ormai “inoppugnabile” e la revoca del consiglio avrebbe solo l’effetto di mettere a rischio “l’avanzato stato del procedimento di approvazione di uno strumento complesso qual è il piano regolatore del porto e la conseguente perdita dei fondi europei”.

Una decisione accolta con soddisfazione da Bevilacqua: “Adesso continuerà la fase approvativa del Piano, mentre c’è da parte nostra la volontà di continuare il dialogo già intrapreso con l’amministrazione comunale, attraverso gli assessorati competenti, per individuare strategie comuni nell’interesse di un’area preziosa come quella del waterfront”.

Meno soddisfatto sarà il sindaco Orlando, che proprio recentemente era tornato sull’argomento rivendicando, in occasione della presentazione delle linee guida del futuro Piano regolatore generale, la necessità che piazza Pretoria torni in possesso dei tre porticcioli. Adesso bisognerà aspettare la mossa del primo cittadino, che già a giugno aveva incaricato l’Avvocatura comunale di procedere in tutte le sedi opportune per rientrare in possesso dei porticcioli che il Consiglio di Stato prima, e un decreto del Presidente della Repubblica dopo, nel 2005, avevano riassegnato al Comune proprio su ricorso di Orlando. Il rischio, adesso, è una nuova battaglia legale per i porticcioli. E soprattutto per i loro finanziamenti.

 

 


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