VILLAGRAZIA DI CARINI (PALERMO) – Più di cinquecento piante di cannabis coltivate in un’abitazione, a Villagrazia di Carini, nel Palermitano. A scoprirla i carabinieri, all’interno di un casolare tra i fichi d’india, in contrada Pianetto-Cascavaddotti. Le piante trovate erano alte da un metro ad un metro e mezzo, c’erano in tutto 587 vasi contenenti germogli di cannabis.
I carabinieri hanno accertato che su tutta la superficie del casolare, circa 65 metri quadrati, suddivisi in quattro ambienti principali tra loro comunicanti e tre disimpegni, erano state ricavate altrettante serre, di cui una realizzata attraverso la collocazione di una parete di cartongesso. Gli ambienti erano ben isolati dall’esterno, corredati da filtri d’aria, un impianto di condizionamento dell’aria, un impianto elettrico con 34 reattori e 2 quadri elettrici muniti di temporizzatori che regolavano l’accensione di ben 34 lampade da 600W, portalampade e pannelli riflettenti vari.
I carabinieri, con l’ausilio dei tecnici dell’Enel hanno inoltre accertato che il casolare era circondato da un impianto di videosorveglianza con due telecamere ed un modem dotato di scheda, allacciato abusivamente alla linea elettrica pubblica. Ma non finisce qui, perché durante i controlli, i militari hanno anche individuato due ragazzi, Roberto Di Gregorio, trentenne palermitano e Giuseppe Terranova, di 38 anni, che a bordo di un’auto entravano nell’area del casolare attraverso un cancello chiuso con catena e lucchetto.
I due sono stati arrestati con l’accusa di coltivazione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente e furto di energia elettrica: per loro si sono aperte le porte del Cavallacci di Termini Imerese.