SAN GREGORIO – “I nostri ragazzi e quelli di sinistra non devono portare più bare sulle spalle. Il loro destino è fatto di civiltà e pace”. Inizia dalle parole di Giorgio Almirante, Enzo Trantino, il simbolo della destra catanese, per raccontare le ragioni di una scelta: intitolare allo storico leader del Movimento sociale italiano una piazza.
“In un paese che ricorda malfattori – ha detto Trantino – ricordare Giorgio Almirante è un orgoglio e un onore”. Attorno a lui esponenti della destra catanese, cittadini di San Gregorio e e simpatizzanti dell’opposizione di centrosinistra.
“Fascisti di merda!”, grida all’improvviso un passante a bordo di uno scooter. “Si stava presentando”, spiega ironizzando Trantino. Risate.
Le ragioni di una scelta, quindi, e per illustrarle Trantino parte da lontano. “Giorgio Bocca pur essendo fascista delle prima ora, poi diventò antifascista, Bocca disse: “Non ve li siete tolti dai piedi, questi sono pericolosi nel bene. Ecco, pericolosi nel bene, perché ci credono”. Trantino è stato anche consigliere comunale di San Gregorio . “Il clima civile che si respirava era diverso. Il professore Saia era dalla parte opposta ma non c’è stato mai uno schizzo di veleno. Dobbiamo convincerci che non bisogna iscriversi alla palestra dell’odio. Non potrei mai dire ai miei nipoti “vi lascio l’odio””.
In commissione Urbanistica la scelta di intitolare lo slargo a Giorgio Almirante ha ricevuto due voti contrari. “Vuol dire che tutti si sono convertiti – aggiunge Trantino – non alla destra, ma alla civiltà. La consigliera Greco, per esempio, che non è di destra, ha dato un grande esempio di civiltà, condannando le divisioni”.
Il discorso di Trantino è, come sempre, appassionato. “Perché – chiede l’onorevole – ricordare Almirante deve essere un orgoglio?”. Trantino ricorda l’accoltellamento, a Palermo, del militante Angelo Nicosia.
Si rivolge a Nello Musumeci, “sa che in quell’occasione tutti ci siamo interrogati se questa Sicilia di Federico II potesse per un solo momento permettersi la barbarie dell’accoltellamento. I nostri ragazzi tumultuavano e volevano ragione, Almirante doveva parlare nel pomeriggio e appena salì sul palco scattarono cori terribili per gridare vendetta per quello che era stato fatto. Lui salì sul palco e con i suoi occhi perforanti disse: <<Ragazzi, vi ordino l’ordine>>”.
E’ solo uno degli esempi che fa. “Almirante si incontrava segretamente con Berlinguer, per scambiare opinioni reciprocamente, per salvare vite, non per inciuciare. Queste cose – conclude Trantino – portano alla conclusione del fatto che stiamo celebrando le opere di un uomo. Almirante disse: <<I nostri ragazzi e quelli di sinistra non devono portare più bare sulle spalle. Il loro destinato è fatto di civiltà e pace>>”.