PALERMO- “Ci uniamo al cordoglio della famiglia e degli amici per la scomparsa di Matteo. Sentiamo il dovere di chiedere con forza che sia fatta piena verità sugli avvenimenti del 12 marzo, quando Matteo è stato ritrovato senza vita all’interno di un’attività commerciale di via Maqueda in circostanze che sono attualmente al vaglio degli inquirenti. Chiediamo verità nell’interesse di una comunità intera, quella di Ballarò, in cui non esiste distinzione fra italiani e stranieri, in cui ogni persona, a prescindere dalla propria provenienza, merita giustizia. Ciò che non accetteremo mai è immaginare che il racconto mediatico di questo quartiere sia sempre fatto con toni allarmistici. Meritiamo verità e giustizia. Le merita Matteo, che non c’è più, le meritano la sua famiglia e i suoi cari, le meritano una comunità di tutti i colori, di tutte le provenienze, di tutte le estrazioni sociali, perché solo con la verità e la giustizia possiamo continuare a vivere così come abbiamo sempre fatto: insieme. Per tutti questi motivi parteciperemo alla fiaccolata che gli amici e la famiglia di Matteo stanno organizzando in sua memoria venerdì 15 marzo, alle ore 21 con partenza in via Porta di Castro, 62”.
E’ questo il post che si legge sulla pagina facebook dell’associazione ‘Sos Ballarò’. Il fatto di cronaca a cui si fa riferimento è il decesso di Matteo Tresa, un 37enne palermitano che aveva tentato la rapina in supermarket che si trova a pochi metri da via Calderai, in pieno centro a Palermo. Kabir Humayun, 44 anni, e Abdul Matin, 41 anni, due bengalesi precedentemente sottoposti ai domiciliari, sono stati scagionati dall’autopsia effettuata sul corpo dell’uomo. La prima ricostruzione aveva condotto gli investigatori a contestare il reato di omicidio avvenuto al termine di una colluttazione: il rapinatore li aveva aggrediti con il collo di una bottiglia rotta, loro avevano impugnato un bastone che è poi stato sequestrato. Ma l’esito dell’esame autoptico, eseguito all’Istituto di medicina di Legale del Policlinico, ha accertato la morte per un collasso cardio-circolatorio probabilmente provocato all’ingestione di anfetamine prima che Tresa entrasse in azione.