Point break alla siciliana: |arrestati i rapinatori mascherati - Live Sicilia

Point break alla siciliana: |arrestati i rapinatori mascherati

La mattina andavano in banca come clienti qualunque poi tornavano mascherati e mettevano in atto il colpo. Così una banda di siciliani è riuscita a raccogliere oltre 400mila euro in sei rapine. Ma per loro sono scattate le manette.

In Emilia Romagna
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La mattina effettuavano un sopralluogo nella banca prescelta, facendo finta di avere bisogno di alcune normalissime informazioni. Nel primo pomeriggio tornavano nella stessa banca con un automezzo affittato, dopo essersi travestiti con parrucche, occhiali e cappellini da baseball. Una volta dentro l’istituto di credito non chiedevano più informazioni, ma intimavano ai dipendenti di consegnare tutto il denaro che era in cassa.

Era questo il modus operandi della banda di rapinatori siciliani sgominata dai carabinieri del Nucleo operativo di San Lazzaro di Savena, in provincia di Bologna, che hanno operato in collaborazione con i colleghi di Palermo. Gli investigatori hanno infatti scoperto che i siciliani Salvatore Conciauro, Giuseppe Casamirra, Fabio Zappardo e Salvatore Morgavi sono gli autori di almeno sei rapine, tutte realizzate ai danni di banche dell’Emilia. Per Conciauro, Casamirra e Zappardo sono scattate le manette mentre ai domiciliari è finito Morgavi. I primi tre erano già stati arrestati il 26 novembre scorso, subito dopo una rapina alla Unipol di Modena, mentre l’ordinanza di custodia cautelare per Morgavi è scattata solo dopo un’attenta indagine degli inquirenti.

I militari hanno infatti passato a setaccio sei casi di rapina mai risolti, tutti effettuati nell’hiterland bolognese negli ultimi due anni. Il metodo utilizzato dai rapinatori nei vari colpi era molto simile. Entravano camuffati e dopo aver immobilizzato i clienti con fascette di plastica intimavano ai dipendenti di fornire i codici per sbloccare le cassaforti e il bancomat. Dopo aver analizzato i vari frame realizzati dalle telecamere di sorveglianza, gli investigatori sono giunti alla conclusione che i rapinatori camuffati si recavano in banca anche la mattina, vestiti da normalissimi clienti, per effettuare un sopralluogo. Ma non solo: i sei casi di rapina sarebbero stati tutti realizzati dai quattro siciliani, immortalati dalle telecamere di sorveglianze mentre entravano camuffati in banca.

Per raggiungere gli sportelli bancari i rapinatori affittavano un mezzo (spesso un camper) in zone distanti da quella del colpo, in modo da non essere notati da possibili posti di blocco. Vittime dell’assalto la Banca delle Marche a Bologna, la filiale della Cassa di Bologna a Casalecchio di Reno, la Banca di Imola a Castel San Pietro, l’Unipol di Bologna e la Banca di San Gimignano a Maranello, che sorge proprio accanto alla sede della fabbrica della Ferrari.

Il bottino delle rapine ammonterebbe a più di 400mila euro, di cui 120mila sarebbero già stati recuperati dagli inquirenti. Colpi molto remunerativi con alta probabilità di riuscita. Uno dei rapinatori, Giuseppe Casamirra, è infatti laureato in Economia e commercio con il massimo dei voti ed è un esperto dei software utilizzati dagli istituti di credito: in pratica la banda andava a colpo sicuro dato che accertava la giacenza di cassa prima di ogni rapina. Durante uno dei colpi, lo stesso Casamirra si era scagliato contro una dipendente della banca. Qualche giorno dopo, però, colto dai sensi di colpa, aveva contattato la stessa dipendente per chiederle scusa: il classico esempio del ladro gentiluomo.


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