A te che sei bloccato sul Ponte Corleone, incline a pensieri poco pacifici, forse non importerà sapere di essere una metafora, un simbolo, una sintesi. Certo, non te ne frega niente. Preferiresti avere a disposizione un elicottero. Ma sei lo stesso un’immagine che non racconta soltanto la cronaca di un ingorgo. Tu sei – non per colpa tua, anzi ci stai da vittima – dentro una storia che narra, perfettamente, l’immobilità di Palermo. Tanto è vero che potresti prendere differenti foto d’archivio e sovrapporle: non cambierebbe niente nel panorama del caos. Le foto di ieri sono le foto di oggi e saranno le foto di domani. Laggiù una fila di disperati costretti al supplizio automobilistico. Per tutti, lo scatto di una città che non sa scattare più.
A prenderla dalla circonvallazione (sic) delle suggestioni, potremmo che scrivere che, adesso più che mai, Palermo rappresenta l’iperbole dell’annacamento. Si muove, ma non si sposta. Si annaca, ma rimane ferma. Resta fedele alla sua indolenza, pure quando sembra che abbia cambiato marcia. Tuttavia, cambiare marcia è quasi impossibile. Lo sanno coloro che, sul famigerato ponte, impazziscono tra la prima e la folle (a proposito di pazzia). Lo sappiamo tutti. A un certo punto pensavamo di correre. Era una gara di lumache. E i risultati sono sotto gli occhi di ognuno.
Basta allargare lo sguardo verso lo strazio del cimitero dei Rotoli. Diverso paesaggio, identico principio. Si contano le bare senza degna sepoltura e non succede niente. Ognuno resta al suo posto. Non ci sono sinceri atti di contrizione, se non quelli dettati dall’opportunità. Per quanto il livello dell’indecenza raggiunga quote irraggiungibili, sembra che non sia mai troppo, che non sia mai abbastanza.
Ma forse è proprio questo il punto. A forza di iperboli, non c’è nulla che possa più stupirci o indignarci. Continueremo a conteggiare le bare. Continueremo a stare su Ponte Corleone, sbirciando il bollettino del giorno, sperando di ricevere notizie, ma sapendo che non arriveranno. Noi, cittadini immobili di Palermo immobilissima