MESSINA – Il Ponte sullo Stretto non dev’essere inteso come una cattedrale nel deserto ma come un’opera che rientra in un progetto ben più composito, che punti al rilancio della Sicilia. Fabrizio Micari, candidato del centrosinistra alla Presidenza della Regione, torna a parlare della mastodontica opera e lo fa da proprio da Messina, precisamente da villa Cianciafara. Al suo fianco il ministro allo Sviluppo Economico, Claudio De Vincenti, il segretario provinciale del Partito democratico, Paolo Starvaggi e il responsabile del settore Legalità del partito, Giuseppe Antoci.
Micari, qualche giorno fa, ha rilanciato il tema del Ponte, mai particolarmente gradito a molte frange del partito messinese. “Il Ponte sullo Stretto non dev’essere un gioiello incastonato nel nulla – ha commentato -. E’ evidente che servono strade, collegamenti ferroviari e marittimi. Ma può essere per l’Italia e la Sicilia ciò che il porto di Rotterdam è per l’Olanda. L’apertura del canale di Suez è un evento storico, le navi risparmiano almeno 10 giorni di navigazione e la Sicilia ha una grande opportunità”.
Poi un nuovo attacco a Musumeci sul tema degli ‘impresentabili’: “Le persone che non ci convincono noi non le abbiamo candidate – ha sottolineato Micari -, scorrendo quelle liste trovi persone condannate per reati gravi, contro le pubbliche amministrazioni. Tutto questo non è accettabile. Musumeci sfugge al confronto, la sua vittoria sarebbe quella di Salvini. Il Movimento 5 Stelle? Cercano solo i fantasmi degli altri, noi presentiamo proposte e progetti”.
Per il ministro De Vincenti “c’è una nuova politica per il Meridione, fatta di sfruttamento delle risorse e di investimenti. Qualora, malauguratamente, dovesse vincere il centrodestra – ha aggiunto – si tornerebbe indietro negli anni, vale a dire al periodo dei governi Berlusconi quando è aumentata la forbice dello sviluppo tra nord e sud”. Il governo Crocetta rappresenta un’eredità pesante per il centrosinistra. Ma De Vincenti non butta via il bambino con tutta l’acqua sporca e addirittura scomoda Massimo Troisi: “Credo che si debba ricominciare ‘da tre’ punti. Vale a dire da un bilancio risanato, da una maggior capacità di spesa dei fondi europei e dall’interlocutore con il governo centrale. Punti che hanno consentito al governo Crocetta di salvare la Sicilia dal default”.