CATANIA – Secondo il Piano regolatore portuale di Catania il traffico merci nello scalo etneo crescerà fino a raddoppiare nei prossimi 15 anni, almeno secondo le stime più ottimistiche. Anche per intercettare questa crescita, e per evitare di perdere i vantaggi economici connessi, il Prp prevede di realizzare una darsena a sud da dedicare al traffico commerciale.
Il Piano si trova in questo periodo in attesa di Valutazione ambientale strategica da parte del ministero dell’Ambiente. Proprio tra le osservazioni presentate alla commissione Vas emerge però l’idea alternativa, quella di spostare il traffico merci, soprattutto quello Ro/Ro che domina a Catania, su Augusta. In questo modo non ci sarebbe bisogno di nuove infrastrutture a Catania e si utilizzerebbero quelle dell’altro grande porto dell’Autorità di sistema di mare della Sicilia orientale.
I due porti, oggi
Secondo i dati comunicati dalla stessa Autorità, nel 2024 il porto di Catania ha movimentato in totale 7,86 milioni di tonnellate di merci, con una crescita del 3,7 per cento rispetto al 2023. È il primo anno di crescita dal 2017: da allora i numeri delle merci spostate su Catania era in leggero ma costante calo.
A farla da padrone le merci rotabili, o Ro/Ro, 7,35 milioni di tonnellate e una crescita del 10,8 per cento. In calo netto invece le merci in container spostate proprio su Augusta, meno 73,7 per cento. Il traffico delle rinfuse solide nello scalo etneo è stato trascurabile: 369 mila tonnellate, meno 11 per cento.
Ad Augusta continua il calo del traffico merci, legato soprattutto a una flessione delle rinfuse liquide, ovvero petrolio e gas. Il calo totale è del 4,5 per cento, con le rinfuse liquide scese del 7,2 per cento. Non ha compensato questo calo lo spostamento del traffico container da Catania: nel 2024 Augusta ha movimentato 403 mila tonnellate, mentre nel 2023 la cifra era uno zero tondo.

Le proiezioni dell’Autorità
Fino a qui la situazione attuale. Secondo le proiezioni dell’Autorità portuale, contenute nei documenti del Piano regolatore portuale, i circa sette milioni di tonnellate odierni diventeranno otto nel 2030 e dodici nel 2040, e questo secondo le stime più contenute.
Per questo l’idea è di sviluppare il traffico di merci rotabili, con la realizzazione di una nuova darsena e di infrastrutture per il movimento delle merci sia dentro che fuori il porto, come il sottopasso dell’Acquicella che dovrebbe collegare l’Asse dei servizi al porto.
Le idee alternative
Tra le osservazioni presentate alla commissione Vas ne emergono due che ragionando sugli stessi dati giungono alla stessa conclusione: invece di cercare di allargare un porto troppo stretto in città si può utilizzare un porto come quello di Augusta già largo e sottoutilizzato, almeno per il traffico Ro/Ro, e già collegato all’autostrada.
Le osservazioni sono quelle, presentate separatamente, dell’associazione Volere la Luna e della consigliera comunale di Augusta Carmela Contento. In entrambi i casi si parte dall’osservazione che già oggi il movimento di merci nel porto di Catania e il poco spazio disponibile ha creato la necessità di regolamentare gli imbarchi delle merci rotabili.
“In sostanza – si legge nelle osservazioni presentate da Contento – il progetto di Prp di Catania ammette la enorme difficoltà di gestire gli aumenti di traffico ipotizzati nei ristretti spazi a terra del porto di Catania”.
Gli spazi
Anziché aumentare gli spazi a Catania l’idea è quindi di usare Augusta. In cui la superficie utilizzabile per la funzione commerciale e logistica è di 2,4 milioni di metri quadri, quasi sette volte i 362 mila metri quadri di Catania.
Si legge nel documento di Volere la Luna: “Anche un confronto fra le aree retroportuali dei due porti (4.553.100 mq ad Augusta contro 129.985 mq a Catania) lascia intuire come ad Augusta ci sia una molto maggiore disponibilità di spazi utilizzabili per la logistica e per la movimentazione di rotabili collegati al traffico ro-ro”.
L’idea è quindi di spostare anche il traffico Ro/Ro su Augusta, come sta succedendo per i container. In questo scenario, scrive ancora Volere la Luna, “fra le strutture esistenti dentro il porto di Catania si libererebbero spazi a sufficienza per le grandi imbarcazioni da diporto, in alternativa all’idea di ospitarle nell’ampliamento ipotizzato verso nord-est”. Dunque non ci sarebbe nemmeno il bisogno della nuova darsena per super yacht.