PALERMO – Paolo ha superato i sessant’anni. A pelle sembra avere quella concretezza della maturità che consente di essere obiettivi ed equilibrati. Discute senza vergogna e con grande dignità della sua nuova, e inaspettata, condizione di indigente con la voglia di tornare presto a fare il mestiere che da anni gli dà da vivere. Per ora, dice, “ringrazio il Comune di Palermo che mi ha assegnato il buono spesa”. Da domani e nei prossimi giorni 5.851 persone potranno andare al supermercato. Si sono registrati nel portale del Comune, hanno certificato la loro condizione di indigenza che è stata verificata. Paolo è, suo malgrado, la prova che il Coronavirus ha allargato a dismisura la platea di coloro che hanno bisogno di aiuto.
Posso chiederle di cosa si occupa?
“Sono un professionista che lavora nel settore turistico”.
Andava tutto bene, poi?
“Due mesi fa si è fermato tutto. Lavoro con un’azienda di Milano, una delle prime a chiudere e a catena siamo stati travolti in tanti”.
Lei un tassello di una filiera, la filiera del disastro
“Esatto, il nostro prodotto è collegato ad alberghi, ristoranti, bar, navi. È davvero un disastro”.
Un passaggio traumatico nella sua vita, come ha reagito?
“Navigo a vista. Mi sento con tanti amici e colleghi, navighiamo tutti a vista. Chi percepisce una pensione, chi lavora nel pubblico riceve uno stipendio, tutti gli altri siamo in gravissime difficoltà. Sia chiaro, non c’è alcuna polemica o sentimento di rivalsa nei confronti degli altri, ma siamo oggettivamente messi malissimo”.
Il governo nazionale dice che bisogna stare tranquilli, che nessuno sarà lasciato solo. Si ripetono gli annunci di miliardi in arrivo. Non la rassicurano?
“Annunci e basta. Non ci credo, se uno facesse un banale ragionamento capirebbe che l’Italia è in default. Gli altri paesi europei non vogliono pagare i debiti italiani, c’è chi mette veti, si discute in continuazione e si rinvia, un giornale tedesco dice che non vogliono inviare i soldi in Italia perché è come se li spedissero alla mafia (leggi l’articolo choc). Non mi pare che siamo messi bene, meno male che c’è l’amministrazione comunale. Vorrei che lo scrivesse…”.
Certamente
“Finora le uniche cose concrete le abbiamo viste grazie all’amministrazione del sindaco Leoluca Orlando e dell’assessore Giuseppe Mattina. Piccoli contributi ma concreti, veri, che ci consentiranno di comprare cibo e di non sbatterci la testa al muro perché quando non fatturi non incassi e se non incassi non sai proprio come fare”.
Quanto tempo si può resistere in queste condizioni?
“Se entro aprile non succede niente si rischia che gli animi si esasperino e ci creino disordini sociali. Nessuno se lo augura e tutti dobbiamo stare calmi, ma davvero non si sa cosa potrebbe accadere. Con gli annunci non si va da nessuna parte, parlano di miliardi e miliardi ma qui non è arrivato neppure un centesimo. Sa come mi dà più fastidio?”.
Cosa?
“Al popolo si dice la verità. Non capisco perché gli altri paesi abbiano preso ad esempio l’Italia in tema di restrizioni e approccio sanitario alla pandemia e noi non dobbiamo prendere ad esempio gli altri paesi per le misure economiche. Io conosco tanta gente all’estero e lì gli aiuti li hanno già ricevuti sul conto corrente”.
Cosa e chi la sta aiutando in questo momento?
“La famiglia e la fede. La spiritualità ci ha salvato”.
Da uomo di fede, dunque, c’è la luce in fondo al tunnel
“Certo, per forza, ma bisogna che qualcuno che ci dia una mano”.