PALERMO – Adesso li hanno sospesi dal servizio. Da domani non possono più entrare in ufficio. Il pasticcio è emerso in tutta la sua evidenza due giorni fa, quando si è insediato il neo dirigente generale.
C’è una nuova tappa nella surreale vicenda dei 36 precari dell’assessorato regionale al Territorio e ambiente. Il dirigente Maurizio Pirillo ha deciso di sospenderli in attesa che venga definita la loro posizione assicurativa e previdenziale. Perché al suo arrivo ha scoperto che i precari, oltre ad essere senza stipendio da 14 mesi, non sono coperti da alcuna assicurazione, la loro assunzione non è stata comunicata all’Inps e i contribuiti mai versati. Tutte tappe obbligatorie che fanno dei precari del Territorio dei lavoratori fantasma. Una situazione di “irregolarità amministrativa” per stessa ammissione di Pirillo che ha allertato l’assessorato al Bilancio e la Ragioneria generale affinché venga trovata una soluzione “perché non si può più tergiversare”.
Pochi mesi fa la Ragioneria generale aveva scritto una nota all’ormai ex dirigente dell’assessorato Gaetano Gullo, oggi alla Forestale, per cercare eventuali incompatibilità dei precari, fare uno screening dei loro guadagni e valutare se è il caso di sospendere i rapporti di lavoro. Il tutto dopo che i precari hanno prestato servizio per un anno e due mesi, con tanto di busta paga, negli uffici regionali dove sono stati impiegati a lungo senza neppure avere un contratto di lavoro.
Un pasticcio senza fine. Di quali incompatibilità si trattava? Dal 2003 ad oggi, di proroga in in proroga, i precari, tutti laureati e con contratti di collaborazione coordinata e continuativa, si sono occupati delle valutazioni d’impatto ambientale e delle analisi di rischio idrogeologico fondamentali per l’avvio dei cantieri pubblici e privati. Nel 2013, tagliati fuori dalla proroga dei contratti dal Commissario dello Stato, agirono contro la Regione siciliana, tentando la conciliazione presso l’Ufficio provinciale del lavoro. L’obiettivo era dimostrare che non erano stati impiegati con contratti di collaborazione, ma assunti a tempo determinato in modo da rientrare nella proroga riservata ai precari. L’amministrazione regionale, dopo avere sentito il parere dell’avvocatura dello Stato, decise di conciliare riconoscendo quanto richiesto dai lavoratori.
E qui la questione si complica: se sono stati davvero dei contrattisti a tempo determinato erano e sono soggetti a dei limiti. Intanto non potevano prestare servizio contemporaneamente per due enti pubblici e, qualora avessero svolto attività professionale privata e soggetta a partita Iva, dovevano chiedere l’autorizzazione all’ente di appartenenza. Ed ancora dovevano avere operato in settori diversi da quelli seguiti per conto della Regione, onde evitare conflitti di interesse. Molti dei precari in questi anni, mentre erano in assessorato, lavoravano part time nel mondo della scuola pubblica. Altri sono stimati professionisti che hanno prestato la loro opera al servizio dei privati, ma negli stessi ambiti del loro lavoro alle dipendenze regionali. Ecco perché il Bilancio aveva chiesto al dirigente generale di fare chiarezza.
La patata bollente due giorni fa è passata al neo arrivato Maurizio Pirillo che ha preso il posto di Gaetano Gullo dopo la parentesi fantasma, pure questa, di Marco Lupo che non si è mai insediato. Gullo è stato il dirigente generale che ha fatto registrare i contratti sotto la propria responsabilità dopo che la Ragioneria li aveva spediti due volte indietro perché ritenuti illegittimi. Oggi si arriva alla sospensione di lavoratori che più di un anno fa sono stati assunti dalla Regione con un contratto triennale da poco più di mille e 900 euro al mese. Soldi che non hanno mai ricevuto tanto che, nei mesi scorsi, si sono spinti fino all’occupazione dei locali del Dipartimento.