Precari Università di Catania. I sindacati autonomi pronti alla protesta

Precariato all’Università| “Avviare le stabilizzazioni”

Domani è prevista una riunione sulla questione con i vertici dell'Ateneo. Lavoratori pronti alla protesta.
I SINDACATI AUTONOMI
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CATANIA – La quiete dopo la tempesta. Si potrebbe titolare così questo “nuovo corso” dell’Università di Catania dopo lo scandalo giudiziario dell’inchiesta della Digos. E mentre ci si prepara per il ‘tanto agognato accreditamento’ che tanto a tenuto bando nella campagna elettorale di appena un anno fa del nuovo Rettore, dietro le quinte c’è chi scalpita per ottenere l’attesa stabilizzazione. Che secondo i sindacati autonomi spetterebbe “per legge” ad almeno una cinquantina di precari del personale tecnico amministrativo. Per alcuni di loro, dopo anni di lavoro a Unict, invece di un contratto a tempo indeterminato è arrivato il foglio di via. Perché il contratto in scadenza non è stato rinnovato. 

Il tema del precariato all’Università è una storia vecchia. La legge Madia in qualche modo aveva tracciato una linea. E infatti la prima ‘infornata’ di stabilizzazioni è iniziato in Ateneo dieci anni fa (e si chiuderà entro l’anno). Era rimasti fuori chi non aveva il requisito dei “tre anni di maturazione” che però è stato superato dal cosiddetto decreto Milleproroghe (legge 8/2020). Eliminato lo scoglio, quindi, secondo le sigle sindacali Fgu Gilda, Snals-Confsal e Usb “l’amministrazione” dovrebbe “affrontare con urgenza la questione della stabilizzazione del personale rimasto fuori dalla precedente procedura di stabilizzazione”.

Il tema è rimasto in stand-by anche a causa del lockdown. Poi finalmente c’è stato un tavolo virtuale lo scorso 27 maggio che però non ha portato a una soluzione della questione. I vertici dell’Università hanno ricordato i problemi di risorse finanziarie che hanno i conti dell’Ateneo e che, dunque, si devono programmare in modo oculato le spese del personale. La riunione si è terminata – si legge in un verbale di un’assemblea sindacale che si è svolta il 15 giugno – con la manifestazione dell’amministrazione “di procedere all’emanazione di nuovi bandi per il reclutamento di personale a tempo determinato per 24 posizioni previste, per l’anno 2020, nella programmazione della spesa rientrante nel limite dell’80%.”. Insomma ancora precariato. 

I sindacati, dopo la fumata grigia, hanno più volte chiesto un incontro interamente dedicato alla questione precariato, in modo da poter aprire una concertazione volta ad avviare la procedura per la stabilizzazione. Ma alle chiamate non è arrivata alcuna risposta. Per una fortuita coincidenza (sic!) mentre si stava svolgendo l’assemblea è arrivata la convocazione per una riunione programmata per domani. Carlo Ceraldi, coordinatore della Fgu Gilda Dipartimento Università di Catania, Giorgio Nicotra, Coordinatore Provinciale settore Università dello Snals-Confsal e Antonino Catania, Responsabile Territoriale Usb sperano che il tavolo di domani sia il primo passo per una soluzione concreta. “Auspichiamo che dal confronto con l’amministrazione si definisca – dichiarano i tre sindacalisti a LiveSicilia –  con urgenza, il percorso di stabilizzazione trovando velocemente le necessarie intese utili per salvaguardare i circa 50 posti di lavoro del personale Td ad oggi fuori dalle procedure di stabilizzazione e senza alcuna garanzia della continuità lavorativa. Tutto ciò in considerazione del fatto che già oltre 30 lavoratori sono rimasti a casa senza contratto e che l’avvio della procedura di stabilizzazione consentirebbe la proroga o rinnovo dei contratti stessi”. 

Nel pomeriggio di domani è stata già pianificata un’altra assemblea sindacale per poter comunicare l’esito dell’incontro. E se non ci sarà da parte dei vertici d’Ateneo la proposta di un  serio progetto per l’avvio della stabilizzazione, i sindacati sono pronti ad approntare proteste in cui manifestare “la forte preoccupazione per la situazione di forte disagio economico, sociale e familiare, che stanno vivendo i molti lavoratori con i contratti scaduti o in scadenza”. Inoltre da un principio i sindacati non si muovono: “Siamo contrari a qualsiasi ipotesi di ulteriori bandi di reclutamento di personale a tempo determinato, senza che prima si sia avviata la stabilizzazione”. 


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