Ipab Giarre, scandalo affittopoli | Jervolino: “Atti alla Procura” - Live Sicilia

Ipab Giarre, scandalo affittopoli | Jervolino: “Atti alla Procura”

Tante le presunte anomalie scovate dal commissario straordinario dell’Ipab di Giarre che ha trasmesso documenti anche alla Corte dei Conti. Tutti i particolari.

lotta agli sprechi
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GIARRE – Sarebbero numerose le presunte irregolarità emerse nella passata gestione dell’Ipab “Bonaventura” di Giarre. Tali da spingere il commissario straordinario Salvatore Jervolino, nominato con decreto assessoriale nel settembre dello scorso anno, ad inviare una serie di atti circonstanziati alla Procura della Repubblica di Catania e alla Procura Regionale della Corte dei Conti. E’ lui a tracciare un bilancio, alla redazione di LiveSiciliaCatania, di questi mesi di gestione commissariale. “Appena insediatomi ho dovuto rifare i bilanci dell’ente degli anni precedenti – racconta Salvatore Jervolino – visto che i documenti contabili predisposti dal mio predecessore non erano stati approvati dall’organo tutorio, l’assessorato regionale della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro. Solo allora ho iniziato ad esaminare i contratti di locazione degli immobili di proprietà dell’opera pia”.

Ed è qui che sarebbero state riscontrate le prime anomalie. “Tra i propri beni di proprietà l’Ipab “Bonaventura” ha un palazzo in via De Gasperi a Giarre – spiega Jervolino – che è stato concesso in locazione dal precedente commissario Maurizio Murabito con affidamento diretto, senza alcuna procedura ad evidenza pubblica, a due cooperative: “Ambiente e Benessere” di Mascali e “Promozione” di Acireale. Si tratta di contratti l’uno della durata di anni 12 più 12, a differenza dei 4 più 4 previsti nell’atto deliberativo, e l’altro addirittura di anni 20 più 20. Qualcosa di assurdo – prosegue il commissario straordinario – per un ente pubblico”.

Ma non sarebbe tutto qui. I contratti sarebbero stati sottoscritti dall’ex commissario quando le sue funzioni erano ormai scadute. “Non avrebbe potuto farlo – spiega ancora Salvatore Jervolino – perché una volta scaduto il mandato da commissario avrebbe dovuto svolgere soltanto l’ordinaria amministrazione e cioè il pagamento delle utenze, dei compensi, ecc. Una convenzione dalla quale l’opera pia, tra l’altro, non percepisce un euro e che non è mai stata approvata dall’assessorato regionale, che nel dicembre del 2012 ha infatti inviato a Murabito una nota chiedendo spiegazioni in merito. Ma nessuna risposta è mai giunta. Inoltre – prosegue il commissario straordinario della Bonaventura – nessun parere di congruità del canone di locazione, come invece previsto dalla vigente normativa, è stato chiesto all’ufficio tecnico del Comune di Giarre. Mentre un’altra anomalia riguarda i computi metrici, pari ad oltre 150mila euro, con timbri di cooperative differenti ma perfettamente identici e non supportati da pezze giustificative che comprovino gli interventi effettuati nella struttura dalla cooperativa locatrice e affidataria dei lavori”.

Per questo motivo il commissario Jervolino ha conferito un incarico all’ingegnere Vito Mancino per compiere un sopralluogo nella struttura e verificare quanti soldi siano stati spesi effettivamente per la realizzazione dei lavori. “L’unica forma pubblicitaria della delibera con la quale è stato affidato in locazione il palazzo di via De Gasperi – denuncia ancora Salvatore Jervolino – è stata fatta nella piccola bacheca posta all’esterno della sede dell’opera pia. Non è stata pubblicata nemmeno nell’albo pretorio del comune di Giarre che non avrebbe previsto alcun costo. L’attestazione dell’avvenuta pubblicazione, inoltre, è stata fatta dal commissario Murabito e non dalla segretaria, l’unica figura preposta ad attestare la legittimità dell’atto”.

Ma nella denuncia depositata alla Procura di Catania sono stati avanzati anche dubbi sulla autenticità di alcune firme apposte sulle delibere dalla segretaria dell’opera pia Maria Antonia Battaglia. Una situazione complessiva mai riscontrata in oltre 15 anni di esperienza come commissario delle opere pie della Sicilia. “Nel mio decreto di nomina – dichiara Salvatore Jervolino – mi era stato chiesto un rilancio della struttura che non ho potuto compiere perché di fatto non dispongo dei beni. Purtroppo c’è stato un utilizzo poco trasparente di immobili pubblici da parte della precedente gestione commissariale. Io credo che sia un problema generale – prosegue – che riguarda molte opere pie, quasi tutte in disavanzo perché non è stata fatta nessuna attività di rilancio. Queste nobili istituzioni sono state calpestate dalla “politica di un tempo” e non riescono ad offrire nulla di quello previsto nei propri statuti e nelle volontà di coloro che hanno donato i propri beni per uno scopo ben preciso, assistenza alle fanciulle, agli anziani, ai minori. Si deve avviare al più presto – auspica Salvatore Jervolino – una legge di riforma del settore che consenta a questi enti di auto finanziarsi evitando che rimangano ancorati ai contributi”.

Contattato telefonicamente l’ex commissario straordinario Maurizio Murabito ha dichiarato di non voler rilasciare alcuna dichiarazione in merito alle contestazioni sollevate dal suo successore.

 


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