Ex Pip, oggi giornata di passione| Un nuovo caldo caso "Gesip" - Live Sicilia

Ex Pip, oggi giornata di passione| Un nuovo caldo caso “Gesip”

Sono quasi 3000 lavoratori, di cui circa 1800 ex detenuti o ex alcolizzati, passati nel 2010 dalla Spo (società satellite della Gesip) alla Regione, che li ha assunti ma oggi si ritrova senza i soldi per pagarli. Oggi scenderanno nuovamente in strada per chiedere un tavolo tecnico al governatore Crocetta e Palermo rischia di andare in tilt.

LA VERTENZA
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PALERMO – Sarà anche oggi una giornata di passione per i palermitani, che per il secondo giorno consecutivo si troveranno alle prese con il corteo degli ex Pip che da piazza Croci si recherà a piazza Indipendenza. Ieri sera in Prefettura si è svolto un vertice alla presenza dei sindacati e dei lavoratori: “Crocetta – dice Mimma Calabrò della Cisl – oltre ad occuparsi di razionalizzare le risorse, dovrebbe occuparsi di razionalizzare il personale. Basti pensare che tra gli ex Pip ci sono laureati e professionalità artigiane che vanno riutilizzate. Il ritorno ai sussidi sarebbe deleterio, dal momento che il lavoro ha permesso a molti di questi soggetti di non ricadere in determinati reati o problemi sociali”. Il capo di gabinetto del Prefetto si è impegnato a contattare il governatore per chiedere un incontro ed evitare nuove manifestazioni che mandino di nuovo in tilt la città. Un copione già visto ieri quando in 400 sono scesi in strada per chiedere al governatore Crocetta la convocazione di un tavolo tecnico che affronti il futuro di quasi 3mila lavoratori i cui stipendi adesso sono a rischio per la crisi di cassa di Palazzo d’Orleans.

Da ottobre, infatti, scadranno gli sgravi contributivi scattati nel 2010 e così i 36 milioni di euro, sin qui stanziati, non basteranno più: ne serviranno 56, in mancanza dei quali i lavoratori passeranno dalle 30 ore settimanali a 20, con il quasi dimezzamento dello stipendio che arriverebbe a circa 400 euro. Un pericolo più che mai concreto, che adesso i dipendenti stanno tentando in tutti i modi di evitare. “Abbiamo provato ad incontrato il presidente Crocetta – dice Mimmo Russo, consigliere comunale di Palermo e storico leader degli ex Pip – ma al solito non lo abbiamo trovato. Domani torneremo in strada, così come venerdì e la prossima settimana, finché Crocetta non convocherà un tavolo tecnico per la costituzione della società partecipata che ci era stata promessa”.

Ma chi sono gli ex Pip? Si tratta dei componenti del bacino del Piano di resinserimento professionale che fino al 2010 era a carico del comune di Palermo, malgrado fosse pagato dalla Regione, e che tre anni fa l’allora esecutivo Lombardo decise di far confluire nella Social Trinacria con tanto di contratto a tempo indeterminato. Un esercito che negli anni è andato diminuendo, passando dai 3.300 circa ai 2.992 attuali sparsi tra dipartimenti ed enti regionali, ospedali, uffici giudiziari, onlus, scuole e perfino parrocchie. Tutti lavoratori che erano in carico a piazza Pretoria attraverso la Spo, Servizi per l’occupazione, la società satellite della Gesip nata il 26 marzo del 2004 per gestire il progetto “Piano per l’occupabilità dei soggetti svantaggiati dell’area metropolitana della città di Palermo”, in cui erano coinvolti 3200 “ex Pip” tra cui 1800 ex detenuti, disoccupati, ex alcolizzati ed ex tossicodipendenti. Tutte categorie svantaggiate, dunque, figlie del celebre progetto “Emergenza Palermo” che affonda le sue radici negli anni Novanta.

E in poco meno di 15 anni il bacino si è ingrossato a dismisura, passando da 700 a oltre 3200. Ma all’inizio del nuovo millennio, e precisamente nel 2004, Italia Lavoro, agenzia del ministero del Welfare, costituisce la società di scopo Spo al costo annuo di 36 milioni di euro. Soldi regionali, ben inteso, con i quali si è finanziata un’azienda che svolgeva una serie di servizi che, nel tempo, aumentano sempre di più: dalla pulizia di trenta chilometri di costa alla pulizia delle scuole, dal rifacimento dei marciapiedi alla riapertura dei sottopassi, passando per gli sgomberi allo Zen e la raccolta differenziata. Nel 2010, però, il colpo di scena con il passaggio diretto alla Regione.

Adesso i nodi sono venuti al pettine: la Regione non ha le risorse necessarie e il governo starebbe pensando al ritorno ai cantieri lavoro presso i Comuni, se non fosse però che i dipendenti potrebbero addirittura chiedere l’assunzione diretta a Palazzo d’Orlenas per il fatto di aver ricevuto gli stipendi dalla Regione che pagava perfino una ditta esterna per le buste paga. Insomma, un pasticcio che rischia però di scatenare imprevedibili conseguenze anche sul piano dell’ordine pubblico. C’è chi parla già di una nuova Gesip pronta a esplodere, e non manca chi fa notare che in questo caso si tratterebbe di quasi il doppio dei lavoratori.


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