Le Primarie, il Porcellum | e gli altri partiti - Live Sicilia

Le Primarie, il Porcellum | e gli altri partiti

Un militante al seggio

Pd, Sel e Movimento 5 Stelle hanno messo in atto con le primarie un sistema di selezione dei candidati che mette fine al "Parlamento dei nominati" degli ultimi anni, anche in Sicilia. Cosa faranno adesso gli altri partiti?

Quando vince la democrazia
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PALERMO- Piaccia o meno, c’è un dato che è tale. E cioè che il 24 febbraio, quando si andrà a votare per le Politiche, gli elettori di Pd, Sel e Movimento 5 Stelle, eleggeranno deputati e senatori scelti con consultazioni democratiche. Con tutti i limiti e le possibili e lecite critiche che si possono muovere alle “parlamentarie” dei tre partiti, resta il fatto che il prossimo Parlamento si distinguerà dai due precedenti per non essere un’assemblea di soli “nominati”. Gli eletti del movimento di Grillo, e una buona parte di quelli dei partiti di Bersani e di Vendola, infatti, saranno stati scelti dagli elettori. Avranno pesato i voti di apparato, certo, ma pur sempre di voti si trattava e non di nomi scarabocchiati su un foglio di quaderno da quattro o cinque oligarchi al chiuso di una stanza, come è accaduto nelle ultime legislature, da quando il centrodestra allora al governo regalò all’Italia questa scellerata legge elettorale comunemente appellata Porcellum da chi dimostra scarso, scarsissimo rispetto per gli incolpevoli e generosi suini.

Le primarie hanno rappresentato un antidoto, perfezionabile certo (per quelle on line del 5 Stelle, per esempio, hanno votato un numero molto ristretto di sostenitori), ma apprezzabile, a una legge voluta per creare parlamentari-soldatini, yesman senza arte né parte spediti a Montecitorio e Palazzo Madama per grazia ricevuta senza nessun autentico legame col territorio. L’impressionante numero di giovani e donne che hanno ottenuto i migliori piazzamenti alle primarie del Pd in tutt’Italia è già di per sé un argomento che nell’Italia della gerontocrazia e dell’eterno ostracismo verso le donne nelle stanze del potere, fa ben sperare. Certo, accanto a giovani e donne, o dietro di loro, ci sono i sempiterni collezionisti di preferenze. Ma se i Genovese o i Crisafulli fanno il pieno a questo modo è perché, piaccia o meno, rappresentano un territorio. Cosa che evidentemente non valeva per altri pezzi da novanta del partito che sono stati azzoppati dalle primarie.

Si potrà obiettare che dietro i giovani, come Magda Culotta, stanno sempre i soliti noti, nella fattispecie Antonello Cracolici (grande rivincita per lui, con due candidati piazzati tra i primi quattro): ma la politica è anche questo, e se i più navigati decidono di puntare su giovani amministratori locali dando loro una mano a emergere, tutto ciò resta nell’alveo di una normale dinamica di ricambio generazionale.

Adesso aspettiamo al varco le prossime mosse. A partire dai nomi del “listino” di Bersani che saranno paracadutati in Sicilia, con l’auspicio che non si tratti di personaggi avulsi dalla storia e dalle istanze dell’Isola. E soprattutto aspettiamo gli altri partiti. Quelli che di primarie non ne faranno e che sceglieranno i nomi da spedire in Parlamento nel chiuso di una stanza, seguendo lo stesso spartito degli ultimi dieci anni. Sarà solo una coincidenza, ma tra quei partiti ci sono tutti quelli (Lega, Udc, Forza Italia, An) che qualche anno fa votarono questa orrenda legge elettorale, che ha resistito al tempo malgrado i moniti di Napolitano (complici tutti i partiti, Pd incluso). Aspettiamo e speriamo almeno in scelte felici, che puntino su nomi in grado di lavorare al meglio per la Sicilia. Perché la speranza, si sa, è sempre l’ultima a morire. Malgrado tutto.


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