Le primarie del Pd a rischio | Il congresso può finire in tribunale - Live Sicilia

Le primarie del Pd a rischio | Il congresso può finire in tribunale

Piccione: "Mi sollecitano a ricorrere alla magistratura". Faraone: "Noi votiamo il 16".

IL CONGRESSO DEM
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PALERMO – Meno cinque alle primarie del Pd siciliano. Che uno dei due competitor, Teresa Piccione, mette in discussione, denunciando violazioni dei regolamenti. Tira dritto invece Davide Faraone che ribadisce che le primarie si faranno il 16 dicembre come previsto. Il caos rimane. Oggi si attende la pronuncia della commissione nazionale di garanzia del partito su una serie di ricorsi, mentre sui territori diversi circoli procedono in ordine sparso sui congressi noncuranti di Roma. Si fa sempre più concreta la possibilità che una parte del partito non partecipi alle primarie del 16. Anzi, Piccione fa di più e parla apertamente della possibilità di rivolgersi alla magistratura. 

Faraone: primarie il 16

“Andiamo avanti secondo le indicazioni che arriveranno dal partito nazionale: per noi le primarie si faranno il 16 dicembre”. È quanto spiegano all’ANSA dallo staff di Davide Faraone, candidato renziano alla segreteria del Pd in Sicilia. Ieri sera l’altra candidata, Teresa Piccione, di AreaDem, ha contestato le decisioni della Commissione regionale congresso mettendo in dubbio lo svolgimento delle primarie “se non vengono rispettate le regole”. Oggi la Commissione nazionale di garanzia dovrebbe esprimersi sui ricorsi presentati riguardo i congressi provinciali e di circolo che erano stati congelati per le posizioni differenti dei due gruppi che si contendono la leadership del Pd nell’Isola.

I dubbi di Piccione

Piccione aveva detto a proposito delle primarie che “in questo momento non ci sono le condizioni per celebrarle”. contestando lo slittamento della presentazione delle liste e le altre decisioni della commissione regionale per il congresso. “Non ci sono i seggi – lamenta Piccione a Livesicilia -, a Catania il segretario provinciale ha presentato una denuncia diffidando altri che non siano i partiti da organizzare i gazebo in città. Mirello Crisafulli ieri ha presentato le carte al partito e nessuno lo ha ricevuto, la commissione per il congresso ha rinviato senza che nessuno lo abbia chiesto la scadenza per presentare le liste. Così non abbiamo dove andare”. Insomma, non si può escludere in questo momento nessuno scenario, incluso un boicottaggio delle primarie.

E a ora di pranzo, su Facebook, la candidata che si contrappone a Faraone rincara la dose: “In queste ore in cui si sono verificate ripetute violazioni dello statuto e del regolamento congressuale del Pd, mi giungono da più parti sollecitazioni di ricorrere alla magistratura per salvaguardare la legalità all’interno del partito. Il Pd è un bene collettivo da salvaguardare ben oltre le divisioni congressuali”.

Nella guerra legale si inserisce anche la nota dell’avvocato Vincenzo Lo Re, componente della commissione regionale per le primarie del Pd, che chiede che gli esponenti di partiti diversi si tengano lontano dai gazebo per le primarie: “Ritengo stupefacente che il forzista Eusebio D’Ali dichiari pubblicamente che si recherà ai gazebo e Invito il candidato Davide Faraone, che dialoga ogni giorno con Micciche e compagni, a rifiutare con chiarezza l’appoggio di chi vuole inquinare una competizione che per statuto è aperta soltanto a chi si riconosce nella proposta del Pd e accetta di appoggiare il partito nelle elezioni”.

Raciti: “Nessuna lista rifiutata”

“La commissione regionale per il congresso non ha rifiutato liste di alcun candidato, che oggi non ci sono state infatti in alcun modo sottoposte. La commissione ha semplicemente prodotto il rinvio del deposito dei nominativi, come richiesto dall’onorevole Speziale per consentire proprio alla mozione Piccione, di svolgere una riunione che avevano in programma dalla giornata di ieri”. Lo dichiara il presidente della Commissione regionale per il Congresso del Pd, Fausto Raciti.

“Tutto ciò – prosegue – è anche dimostrato dal fatto che i componenti presenti in commissione, hanno depositato i simboli, la cui scadenza era fissata il 10/12/2018 alle ore 20, in modo assolutamente sereno e senza rilasciare alcuna dichiarazione in merito a fantomatici rifiuti, compreso il delegato di Teresa Piccione, avvocato Vincenzo Lo Re, presente alla seduta. Sulle altre argomentazioni poste da Teresa Piccione a mezzo stampa, come noto, deciderà la Commissione Nazionale di Garanzia alla quale ribadiamo fiducia. La Commissione Regionale per il congresso continuerà il proprio lavoro per consentire – conclude Raciti – un sereno ed ordinato svolgimento delle primarie confidando nella collaborazione dei candidati”. Il segretario uscente si dice dispiaciuto per le parole di Piccione. 

Speziale contesta la ricostruzione di Raciti. E accusa la commissione di violare il regolamento volendo decidere la mappatura dei seggi e la nomina dei segretari e degli scrutatori, che da regolamento (Speziale cita gli articoli in una nota), dice l’ex deputato, spettano alle province.

In questo quadro, la possibilità che i due sfidanti si affrontino tra soli 5 giorni al gazebo si fa sempre più remota. Il congresso del Pd siciliano rischia, come aveva vaticinato Antonello Cracolici, di finire in tribunale.

 


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