Primo sgambetto all'Ars - Live Sicilia

Primo sgambetto all’Ars

Aiuti alle imprese, solo l'Mpa col governo
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Non è stata una cavalcata trionfale. Anzi. Il Lombardo-bis si arena.  Subisce la prima fermata all’Ars. Ieri, in aula, c’era in ballo un disegno di legge importante: quello sugli aiuti alle imprese.La votazione si è bloccata nuovamente, nonostante a Sala d’Ercole fossero già stati approvati dieci articoli e decine di emendamenti. Sulle barricate Udc e Pd – ma questo si sapeva – ma anche il Pdl, che fa parte del governo e della maggioranza, si è messo di traverso. Così il presidente dell’Ars, Francesco Cascio, è stato costretto a posticipare tutto al 20 luglio.  Solo l’Mpa ha sostenuto il governo, mentre Udc, Pd e Pdl hanno chiesto un ripensamento del ddl, atteso dalle imprese da un anno, che permetterebbe di attivare i fondi europei 2007-2013. Alla fine il governo ha dovuto cedere e ha accolto la richiesta dei tre partiti. “Assurdo”, commenta amaramente l’assessore Michele Cimino.
Commenti al vetriolo. “Emerge chiaramente che il governo non si regge su una maggioranza. Ogni tentativo maldestro di far apparire che dopo l’assegnazione delle deleghe per il governo sarebbero state tutte rose e fiori si è rivelato un bluff in parlamento e un inganno per i siciliani. Una volta c’era la storiella di chi remava contro, ora invece vediamo un team che è costretto a tirare in remi in barca dopo un solo giorno di navigazione col serio rischio di affondare”, parole e musica del capogruppo Udc Rudy Maira. Attacca a testa bassa il Pd:  ”I nodi sono venuti al pettine. Alla prima uscita della giunta al completo a Sala d’Ercole è emerso un dato inconfutabile: il governo non ha una maggioranza”, dice Antonello Cracolici, presidente del gruppo Pd (nella foto). ”Di fronte a quello che sta accadendo in aula – aggiunge Cracolici – il governo non può far finta di nulla, ha il dovere di confrontarsi con la sua pseudo-maggioranza e indicare chiaramente cosa intende fare. Quel che è certo è che la Sicilia aspetta questa legge, e non si può permettere che imprese e lavoratori paghino il prezzo delle divisioni all’interno di un centrodestra che dimostra in maniera davvero clamorosa, di non essere in grado di governare”.


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