Processo Cuffaro, in un libro |i dubbi e le contraddizioni - Live Sicilia

Processo Cuffaro, in un libro |i dubbi e le contraddizioni

Si è inaugurato quest’oggi il primo tour siciliano del giornalista Simone Nastasi. L’autore ha presentato a Palazzo Platamone il suo libro “Cuffaro tutta un’altra storia – La verità sul processo al presidente dei siciliani” . Fra gli intervenuti anche l'ex presidente. "IIn carcere ho imparato a non essere ipocrita”.

la presentazione
di
6 min di lettura

CATANIA – Ci sarebbe un’altra storia del processo a carico di Salvatore Cuffaro. Una verità diversa da quella stabilità dalle sentenze conclusesi nel 2011 con la condanna dell’ex presidente della Regione a sette anni di carcere per rivelazione di segreto di ufficio con l’aggravante di aver favorito la mafia. A raccontarla in un libro rilanciando dubbi e particolari del dibattimento, che non sarebbero del tutto emersi, è il giornalista Simone Nastasi in “Cuffaro Tutta un’altra storia”, la verità sul processo al presidente dei siciliani” edito da Bonfirraro. La prima presentazione del libro in Sicilia dell’autore residente a Roma, ma di origini siciliane, si è tenuta quest’oggi a Catania a Palazzo Platamone di fronte a una folta platea e con numerosi intervenuti. 

Ma tra gli ospiti giunti poco dopo l’inizio dell’incontro anche il protagonista della vicenda, Salvatore Cuffaro, l’ex politico uscito dal carcere romano di Rebibbia poco più di un mese fa dopo cinque anni di detenzione. Al suo ingresso ad accoglierlo con affetto tanti amici e applausi. “Non sono qui per fare una giunta” – ha detto ironicamente. Nastasi non nuovo a pubblicazioni, (Lo stesso è autore de “Il caso Speziale. Cronaca di un errore giudiziario”), nella sua seconda fatica editoriale si concentra sulle motivazioni delle sentenze del procedimento, sollevando le presunte contraddizioni delle tesi dell’accusa. L’autore per poter scrivere il libro avrebbe studiato e analizzato una sterminata mole di documenti e di atti giudiziari. Ma sul perché si sia scritto sulla vicenda giudiziaria dell’ex presidente, risponde lo stesso Nastasi, “Credo che fosse un libro necessario. – dice – Fra gli altri ringrazio Cuffaro, che proprio negli anni che hanno visto una grande conflitto fra politica e Magistratura, da ex potente politico ha dato un grande esempio rispettando la sentenza”. 

In particolare Nastasi nel suo libro torna a parlare della “prova regina”, cioè l’intercettazione che secondo la magistratura, avrebbe chiuso il cerchio su Cuffaro che in realtà sarebbe la famosa frase “Ragiuni avia Totò Cuffaro”. Ma, stando a Nastasi, la prova non starebbe in piedi. E dichiara: “Quella famosa intercettazione non esiste: sono stati tre periti su quattro a dirlo. La verità emerge dagli atti processuali e spesso la verità degli atti cozza con il risultato del processo. La prova regina del processo Cuffaro è saltata fuori dal processo Miceli, e già questo la dice lunga. Ci fu un perito, che di fronte al presidente giudicante dichiarò di non essere sicuro che la frase udita e trascritta fosse realmente quella pronunciata”.

Infine, rispondendo al moderatore dell’incontro Nicola Savoca, Nastasi aggiunge “La mia impressione è che certamente Cuffaro abbia commesso degli errori , ma l’accusa di mafia non regge. Lui con la mafia non c’entra nulla. Sicuramente – precisa – ha pagato delle frequentazioni poco chiare, come quella con Salvatore Aragona per esempio”. E poi precisa: “Si sbaglia chi afferma che io abbia scritto questo libro sulla base dei pregiudizi nei confronti dei giudici. Io ho un gran rispetto della Magistratura e delle sentenze, ma queste possono essere commentate” – conclude Simone Nastasi. 

Ma tra i presenti quest’oggi anche Marcello Montalbano, uno degli avvocati del collegio difensivo di Cuffaro. “E stato un processo sicuramente complesso. – ha detto – Una complessità che si è radicata sin dal momento in cui la Procura si spaccò sui fatti contestati a Cuffaro”. E tornando alla famosa frase intercettata, pronunciata presumibilmente dalla compagna di Giuseppe Guttadauro, “Non esiste – afferma Montalbano – non è intellegibile . I periti successivi stabiliscono che non è udibile e tecnicamente è irrilevante dunque non è mai stata dimostrata”.

Tra i presenti anche il redattore de “La Sicilia”, Calogero Miceli, storico amico di Cuffaro. “Cuffaro è stato un uomo che ha avuto una stagione politica in cui aveva in mano un potere immenso e in questo scenario possono essersi incuneati diverse tentativi di condizionamento mafioso. Lui ha subito una sentenza dura, ma ha scelto di essere un carcerato come tutti gli altri, rispettoso del ruolo dei giudici non mettendo mai in secondo piano i sentimenti”.

A rilanciare, nel corso dell’incontro, le presunte contraddizioni e ipocrisie del sistema della giustizia italiano ci ha pensato il giornalista, Salvo Fleres, “Dal libro emerge – afferma – un quadro della giustizia italiana , spesso autoreferenziale che lavora per sé stessa. Il caso Cuffaro rappresenta proprio la crisi del mondo giudiziario che anziché fare le indagini preferisce avvalersi dei collaborazioni di giustizia che non fanno altro ché il loro gioco, e in cui vengono utilizzate prove spesso deboli. Secondo il mio parere, – prosegue Fleres – esistono tre verità sul caso Cuffaro: la prima nota solo ai protagonisti; quella mediatica e poi quella giudiziaria che si fonda sulla seconda. Sicuramente , le vicende giudiziarie hanno riabilitato Cuffaro come politico ” – conclude Fleres.

L’editore del libro Salvo Bonfirraro: “Ho sempre tenuto una posizione oggettiva verso Cuffaro. Ma credo che fosse necessario dare una risposta ai cittadini che hanno creduto in lui e votato. Si è dimostrato un detenuto modello. Oggi è un uomo davvero libero”. A non trattenersi è poi stato l’avvocato Piero Lipera che negli anni ha sostenuto l’innocenza di Cuffaro. Una convinzione deflagrata quest’oggi con grande impeto da parte di Lipera che ha aggiunto: “Il libro di Nastasi renderà chiaro a tutti quanto siano state malvagie quelle sentenze. Gli inquisitori di Cuffaro, da Piero Grasso a Ingroia hanno poi tutti fatto carriera politica”.

E infine a prendere parola è stato Salvatore Cuffaro, il “primo condannato –ha detto Nastasi – della storia politica italiana a scontare in carcere una pena così lunga”. “Non mi vedrete mai più parlare del mio processo”. – chiarisce immediatamente l’ex presidente – . E poi smentisce le voci secondo cui si starebbe già lavorando ad una revisione del caso. “Non credo che chiederemo la revisione, – aggiunge – non mi restituirà gli anni di sofferenza che ho trascorso in carcere. Sofferenza che comunque non è stata sterile. Sono in molti a chiederselo affinché si dia un nuovo verso alla storia. Ma il verso della storia non è quello dettato dalle sentenze, ma quello che si ha nel cuore. L’amore per la mia famigli e la fede in questi anni mi hanno aiutato a superare i momenti di disperazione e sconforto”. Cuffaro, inoltre, torna sul suo atteggiamento nei confronti della legge e delle sentenze che lo hanno dichiarato colpevole di gravi fatti. “La fiducia che si deve alle istituzioni è tale quando queste ti mettono alla prova come nel mio caso. Diventa un rispetto temprato. Il rispetto non è un dovere, ma l’esercizio di un diritto”.

E sul libro di Nastasi afferma. “Lo ringrazio di avere scritto senza conoscermi. Quando qualcuno ti dedica del tempo è un buon motivo per esserne grato”. Infine Cuffaro torna a parlare della sua esperienza di politico. “L’esperienza che mi sono trovato a vivere è stata straordinaria: fare il presidente della Regione è stata la cosa più bella che mi sia capitata. Essere votato, poter servire la propria terra e le propria gente credo sia l’esperienza migliore che un politico possa fare. Certamente – ammette – ho qualche rimorso. So che avrei potuto fare di più. Ma se tornassi indietro rivivrei le stesse esperienza, compreso il carcere”. E annuncia che presto partirà come volontario in Africa, escludendo dunque un ritorno in politica. Ma sui gli anni trascorsi in cella dice: “In carcere ho perso l’abitudine di essere ipocrita, se li lo fai ti ‘sgamano’ subito. Spero che la politica in avanti pensi di più alle carceri”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI